Ci sono degli importanti cambiamenti per quanto riguarda i limiti di impignorabilità delle pensioni. Con il Decreto Aiuti bis cambiano le regole.
Con l’aumento del costo della vita dovuto all’inflazione e all’aumento delle bollette a pagare il prezzo più alto sono stati i pensionati. Il meccanismo di adeguamento delle pensioni non riesce a tenere il passo con l’aumento delle spese e alcuni sono costretti a indebitarsi per sopravvivere.
Quella dei pensionati che richiedono prestiti e finanziamenti alle banche per poter far fronte alle spese è una piaga in crescente gravità nel nostro paese. Dal periodo del lockdown sono stati moltissimi i pensionati che si sono trovati con non abbastanza soldi per poter provvedere a se stessi. A impattare maggiormente c’è stato l’aumento del tasso di inflazione, il prezzo del gas e delle bollette e il generale aumento del costo della vita. Il Governo ha tentato di mettere una pezza a questa povertà dilagante con un aumento delle pensioni derivante dall’adeguamento annuale, quest’anno al 7,3%. Tuttavia questo non è stato sufficiente per tenere il passo con l’aumento delle spese.
Avendo nient’altro che la propria pensione che li mantiene e con l’aumento sempre più vertiginoso dei prezzi della spesa, delle bollette e dell’affitto, molti pensionati sono costretti a richiedere prestiti agli istituti di credito e bancari, con la speranza di poter restituire i soldi in un secondo momento. Tuttavia non è facile restituire un prestito se si fa fatica anche soltanto a fare la spesa. Così molti pensionati finiscono per indebitarsi con gli istituti. Il passo successivo per i creditori è quello di chiedere il pignoramento della pensione del debitore.
Quando scatta il pignoramento e fino a che punto può essere applicato
Quando passa troppo tempo senza che il creditore abbia riavuto indietro i soldi e gli interessi sul finanziamento erogato, questo può rivolgersi a un giudice per provvedere al pignoramento dei beni del debitore. Il pignoramento può cadere su un immobile di proprietà, oppure sul conto corrente del debitore, o sulla sua pensione. In questo caso il pensionato vedrebbe la propria pensione decurtata ogni mese perché una parte andrà al creditore fino a che non si concluderà la restituzione della somma pattuita.
A seguito della riforma inserita nel decreto aiuti bis, tuttavia, il legislatore ha inserito dei limiti di impignorabilità sulle pensioni. In particolare si vuole tutelare i pensionati che hanno chiesto un prestito, decretando che in caso di debito ci siano due limiti importanti:
- Il limite di impignorabilità non è più pari a 1,5 volte l’assegno sociale, ma a 2 volte l’assegno sociale;
- il limite minimo di impignorabilità è stato alzato a 1.000 euro.
Come i limiti migliorano la situazione per i pensionati
Grazie a queste limitazioni i pensionati con un assegno pensionistico più basso possono stare relativamente tranquilli. Le pensioni non possono essere pignorate per una cifra superiore a 1.000 euro, quindi le pensioni inferiore a tale cifra non possono essere pignorate affatto.
Nonostante questi limiti la situazione rimane molto complessa. Attualmente il fenomeno di indebitamento dei pensionati è in aumento e la cosa peggiore è che quando le banche non vogliono più concedere finanziamenti a chi non paga indietro i propri debiti, queste persone in difficoltà finiscono in mano agli strozzini.