Importanti novità sul fronte delle pensioni, a beneficiarne saranno soprattutto le donne. Vediamo di cosa si tratta.
Il Governo Meloni sta lavorando ad una riforma delle pensioni di ampio respiro per consentire ad un numero crescente di persone di ritirarsi dal lavoro prima di aver compiuto 67 anni. In particolare sono in arrivo importanti novità per le donne. Analizziamo nei dettagli i cambiamenti che ci attendono.
Obiettivo del Governo di Giorgia Meloni è favorire il ricambio generazionale sul mercato del lavoro incentivando le assunzioni. Per fare ciò, oltre alla riforma dell’Ires- l’imposta che riguarda non le persone fisiche ma le imprese- l’Esecutivo sta mettendo mano anche al complesso mondo delle pensioni.
Ad oggi, infatti, le strade per andare in pensione in Italia sono due: avere 67 anni di età e almeno 20 di contributi; avere almeno 41 anni di contributi. In quest’ultimo caso l’età anagrafica non conta. È intenzione del Governo permettere ad un numero crescente di soggetti di potersi ritirare prima dei 67 dal mondo del lavoro pur non avendo 41 anni di contributi.
Riforma delle pensioni: ecco cosa accadrà
La nuova riforma delle pensioni potrebbe introdurre novità importanti soprattutto per le donne. In questi giorni è al vaglio l’ipotesi di introdurre misure agevolative permanenti.
Il Governo sta valutando la possibilità di permettere alle donne di andare in pensione con 4 mesi di anticipo per ogni figlio. Lo sconto massimo, tuttavia, sarebbe pari ad un anno. In pratica anche se una donna avesse 5 figli non potrebbe andare in pensione 20 mesi prima ma solo un anno prima. Con la riforma delle pensioni a cui sta lavorando il team di Giorgia Meloni, potrebbe diventare strutturale la previsione di uno sconto per tutte le lavoratrici senza versamenti al 1° gennaio 1996, oppure con esercizio di opzione di passaggio al calcolo contributivo o ancora con il computo nella gestione separata, che in tutti i casi comporta un importo della pensione calcolato per intero con il sistema contributivo.
Un’altra ipotesi oggetto di studio, è la possibilità di sostituire questo “sconto” con un assegno pensionistico più elevato corrispondente ad un annualità in più in presenza di uno o due figli o di due anni in presenza di più di due figli.
Per quanto riguarda, invece, Opzione Donna, il Governo ha ristretto la platea di lavoratrici che possono beneficiarne. L’età pensionabile è stata portata a 60 anni, sempre con almeno 35 di contributi. Tuttavia è previsto lo sconto di un anno per ogni figlio ma l’età pensionabile non può scendere al di sotto dei 58 anni. Dunque, tornando all’esempio di prima, anche se una donna avesse 5 figli, dovrà comunque aspettare di aver compiuto 58 anni per poter usufruire di Opzione Donna.
Inoltre questa strada è percorribile solo da alcune categorie:
- a chi presta assistenza a un parente disabile da almeno 6 mesi;
- alle lavoratrici con un’invalidità pari o superiore al 74%;
- alle lavoratrici licenziate o dipendenti da aziende in crisi.