Cattive notizie per i lavoratori del reparto scuola: molti di loro dovranno restituire il bonus 200 euro dello scorso anno. Ecco perché.
Nel mese di luglio dell’anno scorso, il governo presieduto da Mario Draghi ha fornito un contributo di 200 euro ai lavoratori dipendenti il cui reddito annuo da lavoro fosse inferiore a 35mila euro lordi. Tuttavia, a distanza di sei mesi, il Ministero dell’Economia ha deciso di recuperare gradualmente il bonus erogato ai lavoratori che, alla fine dell’anno, hanno superato la soglia prevista dal decreto Aiuti bis.
Come segnalato da Il Fatto Quotidiano, gli insegnanti stanno subendo le conseguenze della mancata erogazione degli arretrati previsti dal contratto scaduto, che si sono riflessi sulle buste paga di dicembre. La Flc Cgil riporta che circa 100.000 lavoratori del settore dell’istruzione con un reddito annuo di circa 33-34.000 euro si trovano in questa situazione.
Il bonus da 200 euro era stato accreditato automaticamente in busta paga ai lavoratori dipendenti con un reddito annuo da lavoro fino a 35mila euro lordi. Nel dicembre 2022 è stato rinnovato il Contratto Collettivo Nazionale comparto scuola, e sono stati erogati gli arretrati salariali fino ad allora non riconosciuti. Questo ha portato a un incremento stipendiale per migliaia di insegnanti, ma ha anche causato un problema: il reddito percepito nel 2022 ha superato i 35.000 euro, obbligando alla restituzione del bonus.
Ai dipendenti che hanno superato i limiti reddituali per il bonus da 200 euro, verranno addebitate 8 rate mensili di 25 euro ciascuna. Questo importo verrà trattenuto dallo stipendio dei docenti interessati.
Cosa dicono i sindacati
Le organizzazioni sindacali hanno criticato le politiche di Palazzo Chigi riguardanti l’assegnazione di bonus una tantum e chiedono un cambiamento della situazione. Secondo quanto dichiarato dalla segretaria nazionale della Cisl Scuola, Ivana Barbacci, la politica dei bonus è diventata priva di significato e deve essere superata. Barbacci ha anche sottolineato che i docenti hanno atteso il bonus a luglio, il che indica un’allarme che è presente anche nel mondo della scuola.
Anna Maria Santoro della segreteria nazionale della Flc Cgil è d’accordo sul fatto che la gestione dei bonus è stata problematica e controversa. Secondo l’esponente sindacale, una volta che il bonus è stato erogato, non dovrebbe essere tolto in nessun caso, poiché non è chiaro il motivo del recupero dei fondi. Il sindacato critica in particolare la politica di distribuzione di questi soldi, poiché i supplenti con contratto fino al 30 giugno, che ne hanno maggiormente bisogno, rischiano di non riceverlo a luglio in quanto non hanno un datore di lavoro.
D’altra parte, Marcello Pacifico, presidente di Anief, chiede una ristrutturazione degli stipendi adeguata al costo della vita come previsto dalla legge. Il governo dovrebbe finanziare l’indennità di vacanza contrattuale al reale costo dell’aumento dei prezzi registrato nel 2022/2023, invece di erogare una tantum che non tutela lo stipendio dei dipendenti.