Facciamo chiarezza sulle scadenze della procedura di rottamazione delle cartelle esattoriali e su che cosa occorre fare qualora si riceva l’intimazione ad effettuare il pagamento
La normativa consente di seguire una procedura per il pagamento agevolato delle cartelle esattoriali e siamo ormai agli sgoccioli per ciò che riguarda le scadenze. Infatti l’Agenzia delle Entrate ha specificato che c’è tempo fino al 30 aprile 2023 per presentazione domande di definizione agevolata per la rottamazione delle cartelle ma che è consigliabile muoversi con un certo anticipo in maniera tale da non concentrare le richieste tutte nello stesso lasso di tempo andando così a provocare alto traffico web ed inevitabili rallentamenti dei sistemi informatici.
Non è da escludere che, all’ultimo momento, possano essere previste proroghe ma al momento è preferibile fare riferimento alla data di scadenza ufficiale; quello che però sta succedendo a centinaia di contribuenti è che anche a pochi giorni di distanza dal termine ultimo di presentazione della domanda per mettersi in regola continuano ad arrivare intimazioni di pagamento relative a debiti con il Fisco.
Missive nelle quali viene indicato il termine ultimo di pagamento entro cinque giorni dalla ricezione della comunicazione per evitare che scatti, da parte dell’Agenzia delle entrate, l’esecuzione forzata per recuperare le somme di denaro non corrisposte. In molti si sono chiesti il motivo di una tale discordanza tra i tempi per la rottamazione e quelli segnalati nelle intimazioni di pagamento, per di più ricevute nonostante la Tregua fiscale in corso.
Ebbene c’è in realtà una spiegazione che, per la verità, è sotto gli occhi di tutti ma che non molti hanno notato. E si trova proprio tra le pagine della missiva fatta pervenire dall’Agenzia, nelle quali vengono riportate numerose informazioni relative alla procedura. Non bisogna, dunque, soffermarsi unicamente sull’intimazione di pagamento e di possibile pignoramento ma leggere tutto: il contribuente potrà infatti scoprire che vi è un chiarimento molto chiaro.
Se non verrà versata la somma richiesta entro i cinque giorni, vi sarà comunque tempo fino al 30 aprile per regolarizzare la propria situazione presentando la domanda di adesione alla definizione agevolata.
Si tratta dunque di un prezioso aiuto rivolto a tutti i contribuenti in debito con il Fisco, dal momento che consente di allontanare lo spettro del pignoramento. In questi casi è bene, ed è anche l’Agenzia stessa a sottolinearlo, intervenire subito con la presentazione della domanda di adesione poiché in tal modo si andranno a bloccare sia la procedura forzata che il relativo pignoramento. Una volta presentata occorrerà aspettare il 30 giugno 2023, termine entro il quale sarà possibile sapere se la propria domanda sia stata o meno accettata.
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