Ormai non c’è quasi famiglia in Italia che non abbia una badante o una colf alle sue dipendenze. Le incombenze burocratiche e fiscale sono tante e onerose e i “furbetti” rischiano sanzioni molto pesanti.
Complice l’invecchiamento della popolazione, gli stili di vita e le esigenze di lavoro che impediscono a figli e nipoti di prendersi cura dei parenti anziani, e l’alta incidenza di patologie invalidanti, c’è stato un aumento esponenziale del numero di badanti che le famiglie italiane hanno assunto negli ultimi anni. Non a caso il settore è dotato di un proprio CCNL di categoria.
Per chi assume una badante, come nel caso di una colf o una baby sitter, c’è tutta una serie di regole da rispettare. A partire dalle scadenze fiscali e previdenziali relative al rapporto di lavoro instaurato tra datore e dipendente. Non onorare questi impegni può costare molto caro al datore di lavoro inadempiente: il Fisco non perdona.
Occorre innanzi tutto provvedere alla denuncia di inizio attività lavorativa. Si tratta di un adempimento indispensabile e va fatto presso l’Inps. I contributi andranno poi versati regolarmente alla badante o alla colf. L’Inps ricorda come l’ammontare dei contributi sia proporzionale allo stipendio orario. Per una badante assunta part time, sono pari a circa 200 euro ogni 3 mesi, mentre salgono a oltre 800 euro ogni 3 mesi se la colf o la badante convive con l’anziano/a o comunque lavora a tempo pieno.
Il rischio stangata per i datori di badanti e colf
Il prossimo aprile, per esempio, va saldata la prima delle 4 rate dei versamenti contributivi Inps, ossia il corrispettivo per il primo trimestre dell’anno: c’è tempo dall’1 al 10 del mese. Il secondo trimestre dovrà invece essere coperto dal 1° al 10 luglio 2023, il terzo trimestre dal 1° al 10 ottobre 2023 e il quarto trimestre dal 1° al 10 gennaio 2024.
Il versamento di contributi è obbligatorio, così come lo è la regolarizzazione della badante. L’omesso versamento dei contributi comporta infatti sanzioni pecuniarie di importo variabile tra il 30% e il 60% della somma evasa, con un minimo di 3.000 euro a prescindere dalla durata del rapporto di lavoro.
Eppure, molti continuano a trascurare il fatto che assumere una colf o una badante significa non solo semplificarsi la vita, ma anche farsi carico di oneri contributivi e fiscali. Quando si decide di ricorrere a una collaboratrice domestica è utile rivolgersi a un commercialista di fiducia o a un CAF per assolvere correttamente a tutti gli adempimenti evitare multe causate da ignoranza o dimenticanza.