Troppi italiani non in regola con domicilio e residenza e arrivano i controlli a tappeto. Cosa si rischia col Fisco.
Per le leggi vigenti la residenza è il luogo in cui un cittadino ha la dimora abituale. Il requisito dell’abitualità sta ad indicare che gli affetti e gli affari della vita di tutti i giorni si svolgono prevalentemente in questo luogo. La residenza non può essere in appartamenti nei quali si vive soltanto per alcuni periodi dell’anno o in modo non continuativo.
La residenza può essere in un solo comune e comporta l’iscrizione alle liste elettorali e che i benefici fiscali e legali possono essere ricondotti ad un unico municipio. La residenza deve essere comunicata all’ufficio anagrafe del Comune e va verificata dalla Polizia Locale. La Corte di Cassazione ha stabilito che i Comuni hanno la possibilità di effettuare controlli anche a sorpresa. Con le residenze di comodo gli italiani possono risparmiare tante tasse. Se una famiglia risiede in un comune ma formalmente dichiara la residenza in un altro potrebbe ottenere numerosi vantaggi fiscali.
Troppe residenze fittizie e la Cassazione consente i controlli
Il Comune nel quale la famiglia dichiara fittiziamente la sua residenza ne avrebbe un vantaggio in termini di imposte ma il Comune nel quale la famiglia vive realmente ne avrebbe una perdita che in molti casi può essere superiore. Per questo la Cassazione autorizza i municipi a fare controlli a sorpresa e in qualsiasi momento dell’anno per verificare l’abitualità della residenza. Il cittadino ha il diritto di comunicare in quali orari non è mai presente in casa.
A tali orari il Comune non potrà effettuare i controlli. Se il cittadino dopo vari controlli non viene trovato nella residenza indicata, l’ufficiale di stato civile potrà procedere alla cancellazione dall’anagrafe. Per i cittadini è sempre possibile spostarsi dalla propria residenza per ragioni di lavoro o di svago tuttavia si deve rispettare il principio dell’abitualità per evitare abusi, truffe e residenze di comodo.
Il riflesso dei controlli è fiscale ma i coniugi possono avere residenze separate
Dichiarando come propria abitazione principale un immobile molto lussuoso al fine di evitare l’IMU sulla prima casa, mentre poi non ci si abita, si commette un illecito e per questo il Municipio ha diritto di verificarlo attraverso i controlli a sorpresa. La Cassazione ha stabilito recentemente che se due coniugi hanno presidenze separate e si tratta di residenze effettive e verificate, spetta la doppia esenzione dell’IMU sulla prima casa. Sia la moglie che il marito potranno godere dell’esenzione sulla casa ove risulti effettiva residenza abituale.