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Come funzionano i giorni di malattia per chi ha un contratto a tempo determinato? Pochi lo sanno

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Paolo Pontremolesi

I lavoratori a tempo determinato devono fare attenzione ai giorni di malattia a cui hanno diritto. Si rischia la busta paga.

I lavoratori che sono assunti con un contratto a tempo determinato devono prestare molta attenzione alla durata delle loro assenze per malattia, in quanto esiste il rischio concreto di non ricevere lo stipendio se la malattia si protrae per un lungo periodo di tempo.

Indennità di malattia per i lavoratori a tempo determinato
I lavoratori a tempo determinato hanno regole diverse per il calcolo dell’indennità di malattia – ilovetrading.it

È importante notare che le regole per il calcolo della durata della malattia per i dipendenti a sono diverse da quelle applicate ai dipendenti a tempo indeterminato. Coloro che hanno un contratto a termine e sono stati assunti da poco tempo in azienda, potrebbero avere a disposizione solo un numero limitato di giorni di malattia indennizzati dall’Inps. Ciò significa che in caso di una malattia prolungata, potrebbero ritrovarsi senza uno stipendio.

Assenza da lavoro per malattia: le regole generali

La legge stabilisce che nei primi tre giorni di malattia non è previsto alcun pagamento da parte dell’INPS. Nella maggior parte dei contratti collettivi, è previsto che il datore di lavoro copra la retribuzione in questo periodo, noto come “periodo di carenza”.

Dopo il terzo giorno di malattia, entra in gioco l’INPS, che riconosce l’indennità di malattia. L’indennità è calcolata in base alla durata dell’assenza e alla retribuzione media globale giornaliera, come segue:

  • dal 4° al 20° giorno di assenza, spetta il 50% della retribuzione media globale giornaliera;
  • dal 21° al 180° giorno di assenza, spettano i 2/3, ovvero il 66,66%, della retribuzione media globale giornaliera;
  • oltre i 180 giorni, nell’anno solare, non spetta alcun pagamento.
Lavoratori a tempo indeterminato e determinato: regole diverse per la malattia
Il periodo di malattia di un lavoratore è coperto sia dall’azienda che dall’INPS, a seconda dei casi – ilovetrading.it

È importante sottolineare che i contratti collettivi possono imporre al datore di lavoro l’obbligo di integrare la parte di retribuzione riconosciuta al dipendente durante il periodo di malattia. In alcuni casi, il dipendente può addirittura ricevere il 100% della normale retribuzione grazie a questa integrazione.

Per i lavoratori dipendenti con contratto a tempo determinato la durata massima dell’assenza per malattia è determinata in modo diverso: il numero massimo di giorni di malattia indennizzati è pari ai giorni lavorati nei 12 mesi precedenti l’inizio della malattia. La legge prevede in questo caso un termine minimo pari a 30 giorni ed un termine massimo pari a 180.

Quanti giorni di assenza possono fare i lavoratori a tempo determinato

Il numero di giorni di assenza retribuita per malattia per i lavoratori a tempo determinato dipende quindi dall’anzianità in azienda: ad esempio, se si lavora da 5 mesi ininterrottamente e ci si ammala, si avrà diritto a 150 giorni circa di malattia. Se invece ci si ammala dopo 15 giorni di lavoro, spetta comunque un’indennità di malattia, ma per un massimo di 30 giorni. Se la malattia si protrae oltre i 30 giorni, si rischia però di avere una busta paga vuota.

Lavoratori a tempo determinato: come calcolare la malattia
Il numero massimo di giorni di malattia indennizato è pari ai giorni lavorati nei 12 mesi precedenti l’inizio della malattia – ilovetrading.it
Per questo motivo, è importante che i neoassunti prestino molta attenzione alla durata della loro assenza per malattia, in modo da limitarla ai casi strettamente necessari, poiché superando il limite previsto si rischia di non ricevere alcuna retribuzione. Inoltre, se il periodo di comporto previsto nel contratto viene superato, il dipendente può anche essere licenziato.
È importante sottolineare anche che ai lavoratori con contratto a termine non spetta alcuna indennità di malattia al termine del rapporto di lavoro. Ad esempio, se un dipendente viene  assunto a gennaio con un contratto della durata di 12 mesi e si ammala ad ottobre, può teoricamente ricevere l’indennità di malattia per un massimo di 180 giorni, quindi fino a marzo. Se però il contratto non viene rinnovato o convertito in un rapporto a tempo indeterminato, l’indennità di malattia cesserà di essere pagata alla fine del contratto.
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