Arrivano le nuove regole per gli ultimi tre anni delle superiori. Vediamo a cosa dovranno attenersi i ragazzi.
L’alternanza scuola-lavoro è uno strumento per testare sul campo ciò che si è imparato durante le lezioni teoriche. Il suo scopo è quello di orientare e indirizzare lo studente verso il mondo del lavoro. In linea di principio l’alternanza punta proprio a collegare il mondo del lavoro con quello della scuola.
Chi sostiene questa innovazione sottolinea come possa essere utile per far trovare subito un lavoro ai ragazzi ed evitare che la scuola si trasformi soltanto in un grande bagaglio di conoscenze teoriche poco utili a trovare il proprio posto nel mondo. L’alternanza scuola-lavoro riceve anche critiche. Questa modalità didattica prevede un’esperienza pratica che possa consolidare le conoscenze acquisite a scuola.
Questo percorso didattico punta a indirizzare lo studente verso il mondo del lavoro attraverso gli ultimi tre anni delle scuole superiori. L’esperienza fatta in aula deve essere riconnessa direttamente con contesti che possano offrire sbocchi lavorativi. I datori di lavoro al termine della scuola potranno trovare degli studenti che sono già pronti da utilizzare nelle proprie fabbriche o nei propri negozi.
Il vantaggio per i datori di lavoro è quello di avere studenti già formati e orientati per le proprie realtà produttive. il vantaggio per lo studente è quello di avere una competenza che è già spendibile al fine di trovare un guadagno per dare una mano alla famiglia o per cominciare una vita da solo.
Per ogni tirocinio c’è un tutor didattico-organizzativo e un tutor aziendale. Per questo percorso sono previste delle figure di garanzia: il tutor scolastico, il datore di lavoro dell’azienda che accoglie lo studente, il tutor dell’azienda e i responsabili del servizio di prevenzione e protezione.
Le ore minime per questo percorso didattico sono 90 nei licei, 150 per gli istituti tecnici che sono maggiormente orientati a delle conoscenze pratiche e 180 ore per gli istituti professionali che hanno una più spiccata vocazione all’inserimento immediato nel mondo del lavoro. Ma i problemi di questo strumento non mancano. I sindacati chiedono di abolire i percorsi scuola-lavoro perché la sicurezza è poco garantita e appaiono un mero strumento di sfruttamento.
C’è poca chiarezza sui percorsi e sui numeri di questo strumento voluto dal Governo Renzi. La sicurezza dei ragazzi collocati in realtà lavorative spesso anche dure è difficoltosa da garantire e il sospetto è che la scuola possa trasformarsi in un mero ufficio di collocamento che al posto di formare giovani menti, procaccia semplicemente manodopera alle aziende. Questo strumento ha bisogno di miglioramenti secondo tanti esponenti del mondo della scuola e del mondo sindacale.
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