L’Inps ha comunicato il nuovo limite per cui le pensioni non possono essere pignorate. Ecco come funziona da ora in poi
L’Inps ha pubblicato lo scorso 6 aprile 2023 due circolari con cui ha comunicato il nuovo limite di pignorabilità delle pensioni e l’aumento degli importi delle pensioni minime nel periodo 2023/2025.
La legge che precedeva quella appena introdotta in merito al limite di pignorabilità di una pensione, asseriva che le cifre «da chiunque dovute a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza» non erano pignorabili “per un ammontare corrispondente al doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro”. Quello che c’è scritto nel precedente decreto è ancora valido per ciò che concerne la parte in cui si spiega che solo la parte che eccede la pensione è pignorabile. Il decreto legge 115/2022 ha immesso tutta una serie di novità, rivedendo il limite di impignorabilità delle pensioni legato alla cifra dell’assegno sociale che attualmente corrisponde al doppio del limite massimo mensile dell’assegno.
Dato che l’ammontare di tale assegno 2023 è, in toto, 503,27 euro, il minimo vitale da prendere in considerazione per pignoramenti presso terzi in merito a pensioni, oggi è di 1006,54 euro per 13 mesi.
E a proposito di pensioni, il governo ha scelto di aumentare temporaneamente gli assegni pensionistici la cui somma è pari oppure inferiore al trattamento minimo.
Tutto questo, per via dell’inflazione che sta verificandosi in questo periodo. Ma di quanto aumenteranno le pensioni? Nel dettaglio, sarà accresciuta di 1,5 punti percentuali per tutti e 6,4 punti percentuali per chi ha o è over 75. Nel 2024 ci sarà un crescendo di 2,7 punti e non vi saranno distinzioni di età. L’incremento è valido dal 1° gennaio 2023 fino a dicembre 2024, per ognuna delle mensilità che spettano, inclusa la tredicesima. La cifra erogata come aumento verrà inviata con la stessa cadenza di pagamento della pensione e sarà rimarcata sul cedolino mensile con una voce a parte.
Per le persone che il 1° gennaio scorso erano già pensionati, arriveranno anche gli arretrati con il primo versamento. Chi invece andrà in pensione nel 2023 o nel 2024, vedrà accrescere la pensione dal giorno in cui decorre il trattamento. Queste suddette somme incrementate nella pensione, tuttavia, sono imponibili e tassabili. L’incremento riconosciuto, con arretrati compresi, sarà evidenziato nell’attestazione fiscale che si riferisce agli anni di erogazione e sarà messo in pagamento con un procedimento automatizzato.
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