L’approvazione definitiva della Direttiva Case Green segna un passo importante per la transizione ecologica europea. L’Italia deve adeguarsi al più presto.
Lo scorso 15 marzo é stata approvata al Parlamento Europeo la Direttiva Case Green, che segna la tabelle di marcia per la transizione ecologica nell’Unione Europea. Una tabella segnata da tappe molto ravvicinate e che richiedono molto sforzo per essere rispettate.
Alla notizia dell’approvazione della Direttiva Case Green al Parlamento Europeo, il Governo italiano non ha fatto salti di gioia. La direttiva mette nero su bianco il piano già preparato prima dell’inizio della guerra in Ucraina per il completo passaggio dell’Unione Europea alle energie pulite, con l’eliminazione totale delle emissioni di CO2 prodotte dalle abitazioni entro il 2050. Il piano di Bruxelles prevede delle tappe precise che gli stati membri devono rispettare, il cui risultato sarà arrivare a un’Unione in cui tutti gli edifici residenziali saranno a emissioni zero. Si tratta di un piano sicuramente nobile e ambizioso, alcuni potrebbero anche osare dire troppo ambizioso.
Le recriminazioni che la Commissione Europea sta avendo dagli stati comunitari, Italia in testa, é che i traguardi intermedi della Direttiva siano troppo vicini ed estremamente difficili da soddisfare. In particolare si fa riferimento alla forte crisi economica che il nostro paese sta vivendo. Secondo la Direttiva tutte le abitazioni in Italia dovrebbero essere convertite in classe energetica E entro il 2030, per poi passare alla classe D entro il 2033. Secondo quanto emerge dalle stime sul patrimonio immobiliare italiano commissionate dallo Stato, questo significa che in Italia circa il 30% degli edifici avrebbero bisogno di lavori di efficientamento energetico per rientrare nelle norme richieste.
Direttiva Case Green, cosa succederà in Italia
Oltre ai lavori di ristrutturazione per gli edifici già esistenti la Direttiva prevede che a partire dal 2028, tutti i nuovi edifici siano di classe energetica elevata. Almeno classe E. Questo vale per gli edifici appartenenti a privati, per le strutture pubbliche gli stessi termini dovranno essere rispettati a partire dal 2026. Inoltre c’é la clausola riguardo i pannelli solari. Secondo la Direttiva Case Green tutti gli edifici dove é tecnicamente possibile dovranno essere dotati di un impianto fotovoltaico a partire da 2028.
Ad essere esenti da questi obblighi sono gli edifici storici, edifici tecnici, quelli usati temporaneamente e i luoghi di culto. É previsto, inoltre, che gli Stati decidano di estendere l’esenzione agli edifici che rientrano nell’edilizia sociale pubblica, ovvero le case popolari, per cui questi lavori porterebbero a un aumento dei canoni d’affitto non compensati dal risparmio sulle bollette delle utenze domestiche.
I problemi di realizzazione delle ristrutturazioni
Dalla politica italiana si sono alzate numerose voci di protesta contro la Direttiva di Bruxelles. Alcuni deputati della Lega l’hanno definita “un attacco al patrimonio immobiliare italiano”.
Il fatto é che per quanto riguarda il nostro paese, si presentano numerosi problemi per la realizzazione degli obiettivi richiesti di Bruxelles. Si parte dal costo esorbitante delle ristrutturazioni, che ricadrebbe sui proprietari privati, che in Italia sono in numero molto superiore a quello degli altri paesi europei. In secondo luogo c’è il problema dell’anzianità di molti edifici, in gran parte costruiti nel secondo dopoguerra e situati in complessi centri urbani. Per alcuni edifici è tecnicamente complesso anche soltanto progettare i lavori necessari per l’ammodernamento.