Arriva la mazzata delle banche sul tuo conto corrente e bisogna correre ai ripari. Cosa fare e come difendersi subito.
Salvaguardare i risparmi in un periodo di alta inflazione non è semplice. I dati Istat confermano una perdita di valore reale del denaro al 10-11%. Il risparmio negli ultimi 12 mesi è diventata l’ossessione delle famiglie. Stipendi sempre più precari e bollette in continuo aumento mettono di cattivo umore gli italiani e li fanno guardare con ansia al futuro.
Oltre ad essere attenti quando si fa la spesa di tutti i giorni è altrettanto importante salvaguardare i risparmi. I soldi che teniamo in banca o alla posta stanno perdendo di valore. Viene bruciato un 10% ogni anno come potere di acquisto reale. I soldi che si hanno in banca subiscono molteplici rischi. Il primo è quello del fallimento dell’Istituto.
Fallimento dell’istituto e nuove tasse
La crisi bancaria si sta espandendo e tante banche anche in Italia potrebbero essere a rischio. Lo Stato tutela i risparmi fino ai 100.000 euro. Superata questa soglia se la banca fallisce, potranno essere recuperati soltanto attraverso una complessa procedura dall’esito incerto. Sui soldi depositati ci sono anche le tasse e l’imposta di bollo. Essa viene applicata con la stessa periodicità della rendicontazione.
Alcuni istituti inviano estratto conto trimestrale, altri semestrale o annuale. Dunque l’imposta si pagherà ogni 3, 6 oppure 12 mesi. Nella maggioranza dei casi l’estratto conto arriva il 30 marzo, il 30 giugno, il 30 settembre e 30 dicembre. L’imposta di bollo ogni anno vale 34,20 e 100 euro nel caso delle aziende. Non si applica se la giacenza media del conto è entro i 5000 euro.
Modifiche unilaterali: difenditi dai costi occulti
Un’altra imposizione sui conti correnti e l’imposta al 26% sugli interessi maturati. Per evitare brutte sorprese è importante stare attenti alle comunicazioni. Oltre alla rendicontazione le banche e gli intermediari finanziari inviano comunicazioni attraverso le quali modificano unilateralmente i contratti. Se non leggiamo le comunicazioni inviate dalla banca possiamo ritrovarci con condizioni peggiori rispetto a quelle che abbiamo sottoscritto. Ce ne renderemo conto soltanto all’estratto conto successivo ma passeranno mesi.
Il preavviso della modifica unilaterale del contratto deve essere comunicato con almeno due mesi di anticipo. In questo tempo il cliente ha la possibilità di recedere dal contratto e stipularne uno con un’altra banca. Passato il termine dei due mesi le modifiche unilaterali vengono automaticamente accettate ed è come se si fosse cambiato conto corrente dal punto di vista delle spese e dei regolamenti. Orientarsi nelle tante comunicazioni spesso contorte inviate dalle banche non è semplice ma per i motivi che abbiamo sottolineato non è da sottovalutare.