Le complicazioni sulla separazione di una coppia si moltiplicano in caso ci siano animali domestici. Quanti sanno a chi vanno cani e gatti?
Alla separazione di una coppia la divisione del patrimonio passa anche attraverso l’affidamento degli animali domestici. Sebbene non sia complesso come l’affidamento dei figli, è bene sapere quali siano le leggi al riguardo.
Se fino all’altro ieri si era una famiglia felice con un figlio e qualche animale domestico in casa e oggi siamo al divorzio, la situazione è estremamente complicata. Normalmente le situazioni di divorzio sono già molto complicate dalla presenza di figli. Nel caso in cui siano presenti dei figli nella coppia, entrambe le parti devono ricorrere ad un avvocato in modo da avere più chiara possibile la situazione attorno all’affidamento e a come programmare le interazioni di entrambi i genitori con i figli. La questione può protrarsi in avanti per mesi, con enormi dispendi di energie e di soldi di entrambe le parti, anche nel raro caso in cui fossero concordi su molti punti.
Una parte della separazione di una coppia a cui però non si pensa mai a sufficienza è la custodia degli animali domestici. Anche questi animali, così come le persone, devono essere tutelati nel caso di divorzio di una coppia che li ha adottati. In certi casi si può semplicemente accordarsi tra le due parti per l’affidamento degli animali, ma cosa succede quando questo non è il caso e i due ex litigano per un cane o un gatto allo stesso modo che con un bambino? Ecco cosa dice la legge per l’anno 2023.
Cani e gatti in una separazione, la parola alla legge italiana
Il grosso problema della legge italiana per la questione dell’affidamento degli animali domestici è che non esiste una legge specifica che tuteli tale caso. In sede di divorzio, quando si parla di come dividere le i beni delle due persone, gli animali domestici non sono esattamente contemplati dalla legge allo stesso come in cui lo è un figlio della coppia. In questo caso si lascia che siano i due ex a decidere autonomamente come gestire la situazione, con la soluzione maggiormente consigliata che è sempre l’affidamento condiviso con la condivisione delle spese di mantenimento del 50% ciascuno.
Qualora questo suggerimento fosse ascoltato, l’affidamento condiviso sarebbe ufficializzato da una scrittura provata che varrebbe come contratto ufficiale. Nel caso in cui, invece, l’accordo non si trovasse, la coppia dovrebbe portare la questione in tribunale con tutte le altre questioni irrisolte della separazione.
Il buco normativo dell’affidamento degli animali in caso di divorzio
Questo buco normativo ha già causato dei problemi in passato. In caso di divorzi particolarmente complicati, in cui l’astio tra i due ex coniugi ha raggiunto livelli tossici, non è raro che si finisca per litigare animatamente anche per l’affidamento di un cane o di un gatto.
Per il momento i giudici possono affidarsi soltanto alle sentenze precedenti per poter prendere una soluzione. Nella maggior parte dei casi la decisione del giudice viene presa tenendo a mente il benessere dell’animale, in maniera analoga a come si farebbe con un bambino.