Ambiente di lavoro: ecco come capire se si tratta di un luogo tossico che non ti fa bene e cosa fare per rimediare
L’ambiente di lavoro vale più di ogni altra cosa. Molti penseranno che lo stipendio sia l’unico fattore a fare felici le persone, a rendere una persona che lavora soddisfatta di quello che fa.
In realtà non è così. Soprattutto nell’era del job hopping quando la rivoluzione del lavoro passa per i cambiamenti continui, il salto da un impiego all’altro, l’abbandono dell’idea del “posso fisso”.
La tendenza è quella di cercare ciò che fa stare bene e non l’impiego che sembra essere più duraturo. Se vi sono ostacoli di tipo fattuale, il lavoratore non si fa problemi a cambiare, conscio del fatto di riuscire a trovare un altro impiego che meglio si confà alle proprie necessità e che sia più stimolante e meno stressante. L’ambiente di lavoro può essere davvero tossico, un luogo in cui albeggia nervosismo e competizione. Spesso ci si può ritrovare al cospetto di colleghi talmente competitivi da sfociare nell’invidia verso chi si mostra dritto nei suoi doveri.
Ambiente di lavoro tossico e mobbing sul lavoro
Si può scatenare una situazione negativa, che può portare a subire pressioni e mobbing. Il peggio proviene da coloro che ci prendono di mira. Non sempre, ma il più delle volte frasi sarcastiche, frecciatine e atteggiamenti di sprezzo provengono da coloro che hanno una seniority maggiore nei confronti di chi è appena arrivato. Ciò può demotivare.
Sono tossiche quelle figure che tendono sempre a screditare gli altri e prendere sotto la propria ala solo coloro che li assecondano. Spesso si tratta di coloro che non hanno nient’altro al di fuori del lavoro. Non una relazione, non una famiglia, non un hobby, non un altro impiego, non un amico, non un’altra distrazione, l’unica ancora è la propria mansione lavorativa e tutte le ansie e le frustrazione ricadono lì. Basta si sentino minacciati da qualche nuovo arrivato “capace” da far crollare tutte le loro “certezze”. Ci si ritrova in un ambiente di insicuri che abbaiano solo per spaventare.
Il talento può mirare in alto e mettersi in gioco altrove
L’ambiente di lavoro è tossico quando in sostanza non si “dà a Cesare ciò che è di Cesare”. C’è chi sbaglia poco o mai, ma perché preso di mira, si sente canzonare al minimo errore, poi ci sono coloro i quali hanno deciso di vestire i panni dello stolto che “pertanto non può andare in guerra”. Gli intoccabili. Un atteggiamento che, ovviamente, va a penalizzare chi non solo spende le proprie energie per ottimi risultati, ma gestisce anche una vita propria, gode di una propria autonomia. Quando la crescita personale sembra essere compromessa non c’è nulla, se non il cambiare, per poter migliorare.
Un’altra opzione sarebbe quella di ignorare i parassiti, ma non si tratta di un qualcosa di semplice. Un ambiente di lavoro stimolante e sano e quindi non tossico è quello che stimola, fa crescere e non appassire le proprie risorse. Il talento c’è e si vede, se ci sono finti ciechi e sordi, il talento ha la possibilità di migrare altrove. La consapevolezza nelle proprie capacità è l’arma per sconfiggere la tossicità e la tristezza altrui L’occasione per reinventarsi, fare esperienza e mettersi in gioco.