La Direttiva Case Green sarà una batosta senza precedenti per le famiglie e gli amministratori condominiali spiegano perchè.
I proprietari delle case italiane e gli amministratori condominiali sono con il fiato sospeso a causa della direttiva Europea Case Green. È stata approvata dal Parlamento Europeo e deve superare il vaglio del Consiglio dell’Unione Europea. Tale norma va ad incidere sul patrimonio più caro degli italiani e cioè la casa.
L’Europa vuole portare gli immobili europei ad essere ad impatto zero entro il 2050. Il primo step è fissato per il 2030. Entro questa data tutti gli edifici devono rientrare nella classe energetica E. Dovranno avere infissi con doppio vetro, caldaia a condensazione, coibentazione del tetto. Entro il primo gennaio 2033 si deve raggiungere la classe energetica D e si dovrà avere anche il cappotto termico e pompa di calore.
Rossana De Angelis presidente della sezione romana dell’Associazione nazionale amministratori di condominio ha espresso forti preoccupazioni per questa direttiva. In generale gli amministratori di condominio sostengono che ci sarebbe una impennata per gli affitti in nero. La norma vieta di affittare gli immobili non efficientati. La maggior parte delle famiglie non ha i soldi per far fronte a queste spese.
Il sostegno dello Stato è molto fumoso e secondo la maggior parte degli amministratori alla fine andrà a toccare pochissime famiglie. Per gli amministratori condominiali il rischio più grosso è il divieto di affittare o vendere l’immobile. Secondo la bozza approvata dal Parlamento Europeo gli immobili che non saranno in regola non potranno essere affittati o venduti.
I proprietari si troveranno nella condizione di dover pagare a vita IMU e spese condominiali senza potersi disfare di un immobile che diviene passivo. Gli amministratori sottolineano le incoerenze della direttiva. Sono stati esclusi dall’efficientamento energetico gli immobili dei centri storici ma la gente più povera vive nelle periferie. Nelle periferie delle città italiane gli edifici sono stati costruiti dagli anni sessanta ad oggi e andranno tutti efficientati mettendo in campo spese che possono aggirarsi sui 50mila euro per ogni unità immobiliare.
Gli affitti in nero potrebbero tornare di gran moda secondo gli amministratori condominiali perché i proprietari degli immobili non avrebbero altra via per cercare di mettere a frutto case che non possono affittare legalmente. L’auspicio di tanti proprietari e di tanti amministratori condominiali è che la direttiva possa essere emendata almeno del divieto di affitto e vendita dell’immobile. Chi avrà i soldi per efficientare la sua casa lo farà e beneficerà di un aumento di valore. Chi non ha i mezzi si troverà con una casa deprezzata ma almeno potrà affittarla o venderla senza rimanere intrappolato in una condizione senza uscita.
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