Tutto si complica per i lavori su caldaia ed infissi. Vediamo i nuovi problemi e le vie d’uscita.
Sostituire gli infissi di casa o la caldaia è un notevole esborso per la famiglia. Prima di una spesa del genere si valuta il proprio budget e si cerca di capire se ce la si può permettere o se è meglio aspettare. Il governo Conte aveva abituato gli italiani a bonus importanti e con l’arrivo dei governi Draghi e Meloni tutto sta cambiando.
La Camera dei Deputati ha votato la legge di conversione del Decreto Cessioni. La legge 11 del 2023 sancisce come scadenza per lo sconto in fattura il 16 febbraio. Tutti i contratti che prevedono uno sconto in fattura dopo tale data sarebbero non agevolabili. Il Parlamento ha cercato una soluzione a questo problema. L’idea è quella che possano essere agevolati anche i lavori non del tutto pagati.
Grosso buco normativo ma spuntano le soluzioni
Grazie alla mediazione della politica torna lo sconto in fattura grazie all’autocertificazione per il bonus sugli infissi e sulle caldaie. Lo sconto in fattura o la cessione del credito saranno comunque percorribili se non ci sia bisogno di titoli abilitativi purché siano stati avviati entro il 16 febbraio 2023. Anche se i lavori non sono stati ancora realizzati l’agevolazione può essere fatta rientrare nella scadenza del 16 febbraio purché ci sia un bonifico che dimostra che sono stati versati degli acconti.
Oppure se entro la stessa scadenza c’è stato un accordo vincolante tra le parti si può rientrare. Se manca il bonifico e l’accordo vincolante, una autocertificazione del cedente o committente e del cessionario o prestatore può fare fede.
Uno qualsiasi di questi documenti può consentire di rispettare il termine del 16 febbraio. Il bonus può ridiventare fruibile nella forma di sconto in fattura e cessione del credito.
Edilizia libera: basta l’autocertificazione per rispettare la scadenza
Numerose famiglie avevano sostituito infissi e caldaie in virtù dell’ecobonus 50%, perché realizzabile in edilizia libera e quindi senza comunicazione al Comune. Il nuovo emendamento consente di dimostrare che i lavori sono iniziati prima del 17 febbraio attraverso le tre comode vie di bonifico, accordo o autocertificazione. Nella peggiore delle ipotesi una semplice autocertificazione può sbloccare la cessione del credito e la famiglia può tirare un sospiro di sollievo. Tutto questo è possibile sugli interventi di edilizia libera ma sul Superbonus la cessione del credito è ancora in alto mare.
La politica e le banche cercano una via di mediazione per capire come sbloccare gli ingenti crediti da cedere. Alcune frazioni politiche premono perché la cessione del credito sul superbonus sia sbloccata per due ragioni. La prima è quella delle tante famiglie in attesa di una soluzione e la seconda è la prospettiva degli ingenti lavori da realizzare per la Direttiva Case Green.