Aumentano le segnalazioni riguardo alcuni insegnanti che sfruttano gli alunni più deboli per fare loro ripetizioni: cosa succede
Il mondo delle ripetizioni scolastiche doposcuola è diventato sempre più diffuso negli ultimi anni, offrendo un supporto fondamentale per gli studenti che hanno difficoltà nello studio.
Tuttavia, di recente ci sono state segnalazioni di alcune irregolarità da parte di insegnanti che sfruttano gli alunni più deboli per fare loro ripetizioni, creando una situazione poco trasparente e a rischio di abuso di potere. Nel resto dell’articolo approfondiremo questa problematica e analizzeremo le possibili soluzioni per prevenire e contrastare questi comportamenti scorretti.
Insegnanti e ripetizioni
A Milano e in provincia, alcune maestre di scuola elementare stanno offrendo ripetizioni a pagamento a bambini iscritti presso le stesse scuole dove prestano servizio, soprattutto a quelli con maggiori problemi e stranieri. Tuttavia, questa pratica è illegale in quanto i docenti non possono fare ripetizioni ai propri alunni e perché le lezioni a pagamento non vengono dichiarate ai fini fiscali. Alcune associazioni di volontariato e fonti autorevoli, infatti, hanno sollevato la questione e ne discuteranno ulteriormente. Ma il dato di fatto è che questo fenomeno non è affatto circoscritto alla sola provincia di Milano.
In Italia, la pratica di dare ripetizioni a pagamento è diffusa, ma molte persone non dichiarano i proventi delle lezioni private e non pagano le tasse come previsto dalla legge. Fare ripetizioni è considerata un’attività lavorativa che produce reddito e, quindi, è soggetta a una specifica tassazione. I docenti titolari di cattedre, compresi quelli delle scuole elementari, sono tenuti a pagare un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali regionali e comunali con l’aliquota del 15%. Le somme tassate non concorrono alla formazione del reddito complessivo e non rilevano ai fini del riconoscimento di deduzioni e altre agevolazioni fiscali. Se si danno ripetizioni in modo saltuario e non si superano i 5.000 euro annui, il guadagno può essere considerato come lavoro autonomo occasionale, e l’insegnante deve rilasciare una ricevuta al momento del pagamento.
Dunque, il mondo delle ripetizioni scolastiche doposcuola è stato oggetto di segnalazioni di irregolarità, come l’attività di maestre di scuola elementare che fanno ripetizioni a pagamento ai propri alunni, il che è vietato dalla legge. Inoltre, è illegale non dichiarare i redditi derivanti dalle ripetizioni, anche perché come ogni attività che produce reddito, anche le ripetizioni sono soggette a tassazione. Secondo le leggi in vigore, i compensi derivanti dalle lezioni private e ripetizioni sono soggetti ad un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali regionali e comunali con l’aliquota del 15%. È importante che tutti coloro che svolgono attività di ripetizioni rispettino la legge e dichiarino i propri guadagni per evitare conseguenze legali.