Cifre altissime da pagare per i padri nel 2023: vediamo cosa cambia e cosa stanno decidendo i tribunali.
Bisogna riflettere prima di mettere al mondo un figlio perché le spese a cui si sarà chiamati dureranno decenni e saranno ingenti. Sono un dovere morale e giuridico e quando scattano separazioni e divorzi tutto diventa più complesso. L’obbligo del mantenimento da parte dei genitori verso i figli non fa differenza tra ricchi e poveri.
Questi eventi incidono sulla condizione economica e psicologica del minorenne. L’obbligo di mantenere i figli vale anche per quelli maggiorenni e la Costituzione ce lo ricorda. All’interno e fuori del matrimonio educare, istruire e mantenere la prole è dovere di entrambi i genitori finché i figli non siano economicamente e psicologicamente autonomi. La separazione o il divorzio non fanno cessare questo obbligo e creano problemi in merito al suo esercizio.
Separazione e divorzio: il criterio di proporzione
Il cosiddetto criterio di proporzione della spesa tra i genitori è importante nello stabilire quanto debba erogare ciascuno. Il tenore di vita di cui il figlio godeva durante il matrimonio va rapportato a quello dopo la fine di esso. Vengono pesati i redditi e il patrimonio di ciascun genitore e l’affidamento ai due. Di norma i figli vengono affidati alla madre e il loro mantenimento e il pagamento degli studi è compito principalmente del padre.
La Cassazione ha stabilito che se un figlio trova lavoro anche a tempo determinato gli obblighi vengono meno. Un figlio ha tante esigenze di ordine economico e psicologico. Quando una coppia decide di mettere al mondo un figlio deve pianificare bene l’esborso annuo a cui questa scelta la sottopone. Quasi mai si tiene presente l’ipotesi della separazione e del divorzio.
Le spese a carico dei padri diventano più forti nell’interesse dei figli
Quando accadono questi eventi diventa difficoltoso riprogrammare quel budget che ci si era prefissati all’inizio. Il percorso per far raggiungere un’autonomia psicologica ed economica ad un figlio non è semplice. Il raggiungimento dei 18 anni non fa decadere gli obblighi dei genitori poiché a quell’età il figlio potrebbe ancora avere bisogno delle spese per l’università o di un percorso alternativo per inserirsi nel tessuto produttivo della società.
Secondo gli attuali parametri stabiliti dalla giurisprudenza un genitore può essere tenuto a versare cifre ingenti al figlio specie se il suo patrimonio è rilevante e se il figlio durante il matrimonio godeva di un tenore di vita elevato. Il giudice può stabilire liberamente le cifre ma deve attenersi ad un principio di proporzionalità sulla base di questi parametri. Le ultime sentenze tengono in particolare considerazione le molteplici esigenze del figlio e le cifre a carico del padre sono segnalate mediamente in aumento.