Il reddito di cittadinanza o il nuovo MIA non sono abbastanza per l’Unione Europea. La richiesta è che in Italia ci sia il reddito di base.
Nonostante l’avversione di Giorgia Meloni per le misure di assistenza generalizzate e universali, l’Unione Europea continua a pressare. Secondo i vertici di Bruxelles l’Italia deve introdurre un Reddito di base per tutti per far fronte al problema della povertà.
Quello della Commissione Europea è un avviso a tutti gli stati membri dell’Unione. Per combattere il rischio di povertà e di esclusione sociale, ogni paese dell’UE deve munirsi di una misura di reddito di base. Si tratterebbe di un reddito garantito dallo stato universale per tutti i cittadini in modo che nessuno passa cadere al di sotto della soglia di povertà. Questo dictat della Commissione presieduta da Ursula Von Der Leyen va in diretto contrasto con la politica che sta portando avanti il Governo italiano, basato sull’assunto che gli aiuti andranno soltanto a chi ne ha veramente bisogno.
Una chiara manifestazione di questa politica da parte di Giorgia Meloni e il suo Governo lo abbiamo visto nella totale eliminazione del reddito di cittadinanza, prevista per l’inizio del 2024. Tuttavia già a settembre 2023, se tutto va bene, sarà messa in opera la misura sostitutiva pensata dal Governo. Si tratta della Misura di Inclusione Attiva, abbreviato in MIA, che prevede un sussidio mensile simile a quanto avveniva con il reddito di cittadinanza, ma con molte differenze per quanto riguarda le barriere all’ingresso e gli importi degli assegni. Il MIA coprirà diversamente i nuclei familiari composti da persone occupabili da quelle non occupabili, stessa differenziazione fatta con reddito di cittadinanza nel 2023, e gli assegni saranno mediamente molto inferiori a quelli del reddito di cittadinanza.
Parla l’unione Europea, l’Italia deve introdurre il reddito di base
Queste forme di sostegno non bastano alla Commissione Europea, che ha comunque richiesto all’Italia, così come a ogni altro paese membro dell’Unione, di introdurre un reddito di base, universale e in pieno diritto per tutti i cittadini. Se quella della Commissione Europea era una richiesta, però, l’Eurocamera, approvando un emendamento proposto dal gruppo dei socialisti, chiede una direttiva ad hoc per far adottare la misura ai paesi membri.
Se questo emendamento dovesse passare, l’adottamento del reddito minimo diventerebbe obbligatorio per tutti i paesi. Obbligatorio sarebbe anche stare entro i parametri individuati dalla Camera Europea. Questi non sarebbero, per ovvie ragioni, tarati sul paese in cui la misura viene introdotta, ma sarebbero decisi a priori da Bruxelles.
La reazione della Politica Italiana
In Italia la politica si è spaccata sul tema del reddito di base. Il PD, che fa parte del gruppo socialista dell’Eurocamera, si è schierato a favore della misura, mentre il centrodestra si è compattato contro questa misura. Astenuto il Terzo Polo, che sul tema del reddito di base è ancora estremamente cauto.
Le posizioni della politica italiana hanno riflettuto quelle che abbiamo già visto durante la campagna elettorale in merito al reddito di cittadinanza. Anche in quel caso il PD aveva preso le difese della misura pentastellata in nome della lotta alla povertà.