Fosse uno il problema, pure pure. Si troverebbe alla fine più semplicemente la soluzione. Invece non è così.
Oggigiorno una somma più o meno grande di grattacapi diventa un problemone per le banche, a tal punto che molte di esse rischiano seriamente il fallimento. La conferma arriva direttamente da un recente report da brividi.
Leve finanziarie non assicurate e un grande portafoglio prestiti: sono principalmente questi i motivi che hanno causato il collasso di Silicon Valley Bank. Un collasso che ha fatto in primis scalpore, ma ha lanciato anche un alert, il cui eco si potrebbe riflettere in ogni parte del mondo.
Se si confronta infatti la situazione della Silicon Valley Bank con altre tipologia di banche o si aziende del settore, si capisce ben presto che tutto il mondo è paese. Le politiche monetarie stabilite dalle banche centrali possono avere un impatto negativo su asset a lungo termine, come titoli di Stato e mutui, che a loro volta possono causare perdite per le banche.
Il crollo degli asset bancari
Il report da brividi spiega che una banca è considerata insolvente se il valore market-to-market dei suoi asset – dopo aver pagato tutti i depositanti non assicurati – non è sufficiente a rimborsare i depositi assicurati. Il recente aumento dei tassi di interesse, che ha fatto crollare di 2.000 miliardi di dollari il valore di mercato degli asset del sistema bancario statunitense, unito all’elevata percentuale di depositi non assicurati presso alcune banche americane, minaccia la stabilità di un intero settore, non solo quello statunitense.
Ecco perché il collasso di Silicon Valley Bank deve essere considerato come esempio per l’Italia e il resto del mondo. “Il recente declino del valore degli asset bancari – si legge nel report – ha aumentato in modo significativo la fragilità del sistema bancario statunitense a fronte di potenziali corse agli sportelli da parte dei depositanti non assicurati”.
Una soluzione interventista potrebbe essere quella di intervenire per proteggere i depositanti di SVB e Signature Bank. Almeno così ha intenzione di fare Joe Biden. Il presidente degli Stati Unite ha assicurato che non vi sarà alcun impatto sui contribuenti: “Grazie alle azioni intraprese negli ultimi giorni per proteggere i depositanti di Silicon Valley Bank e Signature Bank – posta il numero uno degli USA su Twitter – il popolo americano può essere certo che il nostro sistema è sicuro. I depositi dei cittadini saranno disponibili quando ne avranno bisogno, senza alcun costo per i contribuenti”. Le parole sono confortanti, ma quasi 190 banche operanti negli Stati Uniti sono a rischio di fallimento.