La classe energetica è e sarà sempre più un documento fondamentale nel mondo del mattone: il biglietto da visita di ogni casa. Vediamo in che modo la si determina.
Dove vai se la classe energetica non ce l’hai. Può stare tutto in questa battuta-citazione il senso dell’importanza che il documento ha assunto in questi ultimi anni per qualsiasi operazione che verta su un immobile, dall’affitto alla vendita alle pratiche per i bonus edilizi. E sempre più il valore di un immobile varierà in funzione della sua maggiore o minore efficienza dal punto di vista energetico. Le recenti iniziative dell’UE sul fronte green non lasciano dubbi al riguardo.
Come molti di noi già sanno, le nuove norme prevedono che a ogni immobile, in base alle sue peculiari caratteristiche, sia attribuita una classe di prestazione energetica compresa tra la G e la A4. Si tratta di un calcolo complesso, e per farlo occorre affidarsi a professionisti certificati (di solito un ingegnere). C’è però un modo per stabilire in autonomia, seppure a grandi linee, a quale categoria energetica appartiene la nostra casa.
Diciamo innanzitutto che la classe energetica viene calcolata sulla base delle caratteristiche interne ed esterne di un dato immobile, tra cui l’esposizione, i tipi di infissi, i materiali di costruzione, il sistema di illuminazione, la qualità delle caldaie, i livelli di coibentazione, l’eventuale presenza di strumenti per la ventilazione meccanica, e così via.
Attualmente in Italia sono previste 10 classi energetiche, dalla G (la meno performante) alla A4 (la migliore), a ognuna delle quali corrisponde un indice di prestazione energetica (Egpl). Tanto per rendere l’idea, nella classe G l’Egpl supera il valore di 3,50, mentre nella classe A4 è uguale o inferiore a 0,40. Come accennato, la classe energetica incide fortemente sul valore di mercato di un immobile e va segnalata obbligatoriamente negli atti di compravendita, mediante l’attestato di prestazione energetica, redatto e sottoscritto da un professionista e di durata decennale.
Per una valutazione autonoma della prestazione energetica di casa propria, si prende solitamente come riferimento il consumo di metano per il riscaldamento. Considerando che il gas che ogni anno viene impiegato in una caldaia sia di 8,3 kWh, moltiplicandolo per i metri cubi di metano consumati si può e dividendo il risultato per la misura dell’appartamento in metri quadri, ci si può fare un’idea del livello di efficienza dell’abitazione. La classe C, che equivale più o meno alla sufficienza, convenzionalmente sta tra i 51 e i 70 kWh per metro quadrato. Di seguito gli altri coefficienti energetici per ogni classe: G – oltre i 160 KWh, F -tra i 121 e i 160, E – tra i 91 e i 120, D – tra i 71 e i 90, B – tra i 31 e i 50, A – tra i 15 e i 30, sottoclassi A – meno di 15.
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