Ecco tutti i punti principali su cui verte la nuova tregua fiscale dell’esecutivo Meloni, e relative scadenze
Tra i nuovi provvedimenti che hanno a che fare con la sanatoria delle cartelle esattoriali, c’è la cancellazione automatica delle cartelle consegnate all’Agente Riscossione dal 2000 al 2015. Ma c’è un ma.
Tutto ciò, infatti, avviene solo se l’ente locale o Comune cui si riferisce la cartella ha deciso o meno di aderire alla misura. La nuova manovra contiene in sé tutta una serie di misure per ciò che consente rottamazione e cancellazione cartelle esattoriali. Tutti i provvedimenti presi nell’ambito della sanatoria delle cartelle, obbligano il contribuente a doversi attenere a una serie di scadenze da ricordare assolutamente. Anche gli Enti locali dovranno rispettare delle scadenze. Scopriamo nel dettaglio di che cosa si tratta e quali sono le disposizioni in merito.
Entro il 31 marzo 2023, infatti, i Comuni dovranno far sapere all’Agenzia delle Entrate se hanno deciso di aderire o meno alla suddetta sanatoria. Se dovessero decidere di non farlo, al contribuente resterebbe, al posto della cancellazione automatica, la possibilità di abbattere il debito pagando solo il capitale senza multe e interessi. Questa scelta deve essere presa entro il prossimo 31 marzo 2023.
Rottamazione cartelle esattoriali: quando decade il beneficio
Per quel che riguarda la rottamazione delle cartelle esattoriali, che consente al contribuente di scrollarsi di dosso gran parte del debito contratto, tra sconti e rateizzazioni, deve fare domanda.
Entro il prossimo 30 aprile, chi dovesse essere interessato ad aderire al pagamento del debito a rate o in unica soluzione, e soprattutto, a pagarlo senza sanzioni e interessi, basta inoltrare il modulo sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Dovreste avere una risposta in merito entro il 30 giugno. Si può inoltre decidere, come dicevamo, se eseguire il pagamento in una sola soluzione, oppure tramite 18 rate trimestrali. La prima scadenza di rata unica e anche della prima rata è il 31 luglio 2023.
La seconda scadenza da tenere a mente è il prossimo 30 novembre 2023. Con queste due rate, il contribuente pagherà il 20% del debito complessivo, con all’interno lo sconto di multe e interessi. Le altre scadenze sono 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio, 30 novembre 2024. Tutto questo fino al 2027. Queste scadenze sono fisse e se non si versa una rata, il beneficio decade ufficialmente. Ergo, il debito da versare ritornerebbe quello dell’inizio, naturalmente al netto delle rate che eventualmente sono state assolte in precedenza. C’è tuttavia, per adempiere a tali scadenza, un periodo di tolleranza di 5 giorni. In questo modo si evita di perdere il beneficio.