Occhio a quanto è stata pagata la pensione di questo mese, potrebbe esserci un errore. Arriva la comunicazione dall’INPS.
Un pensionato su 3 non riceve l’assegno di vecchiaia corretto. Può anche essere un luogo comune, ma con un fondo di verità che l’INPS tende troppo spesso ad ignorare. Questi errori sono frutto di anni di problemi con le rivalutazioni delle pensioni adeguate all’inflazione corrente.
La diceria secondo cui il 33% dei pensionati in Italia riceve l’importo sbagliato dall’INPS ha un fondo di verità. In alcuni casi si tratta realmente di errori da parte dell’ente previdenziale, ma in altri la ragione della mancanza di una parte dell’importo della pensione in un anno è la poca dimestichezza degli italiani con il sistema pensionistico e su cosa può essere richiesto e cosa no. Secondo l’INPS stessa parte degli importi sbagliati che hanno portato a questa percentuale di errori è composta dall’omissione dell’erogazione delle maggiorazioni sociali, dalla quattordicesima mensilità, degli assegni familiari e di altre prestazioni che il pensionato avente diritto dovrebbe richiedere all’ente previdenziale.
Queste maggiorazioni extra alle pensioni sono dei diritti dei pensionati, ma che devono essere esercitati dagli stessi, altrimenti l’INPS ha la possibilità di non procedere con l’erogazione. Per dare modo agli aventi diritto di rimettere a posto la situazione, l’INPS ha previsto lo strumento della ricostituzione della pensione. Con questo strumento, in qualsiasi momento un pensionato può richiedere il ricalcolo della prestazione pensionistica. In questo modo il pensionato ha la possibilità di accedere alle maggiorazioni per cui non aveva diritto inizialmente. Questo è il caso, per esempio, di un lavoratore che al momento della liquidazione della pensione aveva dei redditi extra che non gli permettevano il diritto alle maggiorazioni sociali. Se quei redditi oggi sono calati, si è sbloccato il diritto alle maggiorazioni e il pensionato può richiederle.
Chi e come può sfruttare la ricostituzione della pensione
Lo strumento dell’INPS per il ricalcolo dell’assegno pensionistico non è appannaggio esclusivo di chi ha avuto redditi extra nei primi anni di pensionamento. La ricostituzione può essere utilizzata anche in altri casi per colmare lo svantaggio dell’assegno pensionistico che abbiamo accumulato negli anni.
A trarne beneficio sono, per esempio, quei pensionati che hanno continuato a versare contributi dopo il pensionamento. Questo può essere considerato un utilizzo tattico dello strumento, visto che è possibile continuare a versare contributi INPS anche dopo essere andati in pensione per avere più avanti un assegno pensionistico più alto.
In questo caso, però, piuttosto che di ricostituzione della pensione, si parla di un altro strumento a disposizione dei pensionati: il supplemento.
Come richiedere di utilizzare questi strumenti
La ricostituzione della pensione e in supplemento si richiedono nel medesimo modo. In entrambi i casi il pensionato può svolgere l’operazione da casa, accedendo tramite PC al portale online dell’INPS, accessibile tramite le credenziali SPID, CIE o CNS.
Una volta entrati, gli utenti potranno accedere al servizio compilando l’apposito formulario telematico e indicando le motivazioni della domanda. Le pensioni troppo basse per motivi legati al mancato utilizzo di alcuni contributi, quindi, possono essere risolte con facilità. Basta ricordare che le somme non percepite da un pensionato per questi motivi cadono in prescrizione dopo 5 anni.