Doccia fredda su tante lavoratrici che non potranno andare in pensione. L’ultima comunicazione INPS fa discutere.
I requisiti anagrafici e contributivi sono il fulcro del diritto alla pensione. Eppure anche quando si è teoricamente in regola, si potrebbe non percepirla. Più si va avanti negli anni e più ci si stanca ed è naturale pensare alla pensione. Nei decenni passati andare in pensione era facile e le cifre erano più consistenti.
Ad ogni nuova Manovra di bilancio i paletti per andare in pensione diventano più restrittivi e l’assegno mensile si riduce. Il bilancio dello Stato non è florido e sono i pensionati a farne le spese. La riforma Fornero è stata durissima ed ha stravolto l’impianto della previdenza. L’ultima Legge di Bilancio ha inaugurato un nuovo schema di anticipo pensionistico chiamato Quota 103. Si può andare in pensione a 62 anni di età se si hanno 41 anni di contributi. Confermate con modifica anche APE sociale e Opzione Donna.
L’INPS ha chiarito che le lavoratrici non hanno automaticamente diritto ad Opzione Donna e questo anticipo pensionistico può essere rifiutato se mancano alcuni elementi. La circolare numero 25 del 2023 fornisce chiarimenti relativi. Questo strumento vale per tutte le donne che entro il 31 dicembre 2022 abbiano almeno 35 anni di contributi e 60 anni di età.
Si scende a 59 anni se si ha un figlio e a 58 per due figli. Per accedere ad Opzione Donna c’è bisogno di almeno una di queste condizioni. Al momento della richiesta si deve assistere il coniuge o il parente di primo grado convivente con handicap grave.
Oppure si deve assistere un parente o affine di secondo grado convivente. Un’altra condizione per Opzione Donna è che la lavoratrice stessa abbia una riduzione della capacità lavorativa pari ad almeno il 74%.
L’ultimo caso che dà accesso a questo strumento è l’essere stata licenziata da imprese in crisi sulle quali sia attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi. Se si rientra in quest’ultimo caso si può andare in pensione a 58 anni con 35 anni di contributi anche se non si hanno i figli. L’INPS chiarisce che la lavoratrice che voglia usare Opzione Donna perché assiste un parente deve dimostrare l’assistenza continuativa da almeno sei mesi e la convivenza.
Insieme alla domanda, l’interessata deve compilare un’autodichiarazione nella quale dovrà riportare i dati anagrafici della persona che assiste e gli estremi identificativi del verbale rilasciato dalla commissione medica che ha dichiarato l’handicap grave. La mancanza di questa autodichiarazione contenente questi precisi dati preclude l’accesso alla misura.
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