Il fermo amministrativo è un provvedimento da non prendere sottogamba. Ecco a cosa va incontro chi riceve l’atto disposto dall’Agenzia delle Entrate.
Come molti di voi già sanno, il fermo amministrativo è un atto che dispone il blocco di un bene mobile, ad esempio un’auto, quando non si onora un pagamento o una sanzione prevista dal Codice della Strada.
In genere lo emette l’Agenzia delle Entrate ed espone il destinatario a una serie di rischi e conseguenze potenzialmente spiacevoli. In linea di massima, il fermo scatta nel momento in cui da una serie di accertamenti fatti emerge la presenza di cartelle esattoriali insolute.
Trascorsi 60 giorni dalla ricezione della cartella esattoriale, se il pagamento non è stato effettuato (neppure in forma rateizzata) e nessun provvedimento ha sospeso o cancellato il debito, l’Agenzia delle Entrate Riscossione può intervenire per il recupero di quanto dovuto. In altre parole, il fermo amministrativo sull’auto opera come una sorta di garanzia sul debito non onorato. Vediamo ora nel dettaglio come si svolge la procedura.
Tutte le nuove regole sul fermo amministrativo
Se il debito non viene pagato, o la rateizzazione non viene onorata, al debitore arriva la notifica di un preavviso di fermo: una comunicazione che riporta l’ammontare e la tipologia del debito, l’anno di riferimento, il numero identificativo della cartella esattoriale, la data di arrivo della notifica. Se entro 30 giorni dal preavviso non si provvede al pagamento (anche rateizzato), e in assenza di un provvedimento di sgravio o sospensione, il fermo amministrativo diventa esecutivo. A quel punto l’Agenzia delle Entrate Riscossione procede alla sua iscrizione nel Pubblico Registro Automobilistico (PRA).
Il proprietario dell’auto sottoposta a fermo, al quale viene ritirato il documento di circolazione, non può utilizzare l’auto e deve custodirla a proprie spese in un luogo non di pubblico passaggio. Per tutto il periodo del fermo, inoltre, opera il divieto di rottamare, esportare all’estero e parcheggiare l’auto sul suolo pubblico; e il mezzo non può essere radiato.
Per il 2023 si segnalano tre casi specifici di fermo amministrativo.
- Per i debiti da 800 a 2.000 euro scatta su una sola auto.
- Per i debiti superiori a 2.000 euro ma sotto i 10.000, possono esservi sottoposti non più di 10 veicoli.
- Per i debiti di oltre 10.000 euro, tutti i veicoli in possesso del debitore.
Chi contravviene al divieto di circolazione con un’auto sottoposta a fermo rischia una sanzione amministrativa da un minimo di 1.984 a un massimo di 7.937 euro, più altre sanzioni “accessorie”: revoca della patente e confisca del veicolo. In caso di inottemperanza alle disposizioni in materia di trasporto e custodia del veicolo ci si espone al rischio di una multa da 774 a 3.105 euro, oltre alla sospensione della patente per 1-3 mesi.