L’estate dei piccoli è salva, basta richiedere subito il bonus per i centri estivi. Vale per ogni bambino nei comuni aderenti.
Anche per il 2023 tornano i contributi della regione dedicati alle famiglie con bambini per dare loro una mano in estate. Mentre i genitori sono al lavoro e le scuole sono chiuse la prassi è appoggiarsi ai centri estivi più vicini, magari quelli in piscina.
Si tratta però di una spesa non indifferente se si hanno più figli e per questo la Giunta regionale è intervenuta per ridurre i costi delle rette. Il contributo previsto può arrivare a 300 euro per ogni bambino del nucleo familiare che presenti la domanda. Quest’anno i soldi stanziati sono superiori allo scorso anno (1 milione in più) e la Regione si aspetta che ad usufruire di tale bonus ci saranno più famiglie dello scorso anno. Per il 2022 in tutto erano state 23.000 in tutto a chiedere l’accesso al fondo.
Per poter usare il bonus centri estivi però oltre ai requisiti che vedremo di seguito occorre presentare domanda presso il proprio comune di residenza. Spetta ai singoli municipi infatti a verificare che la famiglia in questione risulti idonea e successivamente a concedere l’accesso al contributo.
Quali famiglie hanno diritto a chiedere il bonus centri estivi?
Ci sono state alcune modifiche rispetto ai requisiti stabiliti per lo scorso anno. Per la misura relativa al 2023 l’ISEE annuo non deve superare i 24.000 euro annui. Questo non vale però in caso ci siano bambini disabili, per i quali non sono previsti limiti di reddito per la richiesta.
L’età dei bambini che sfrutteranno il bonus per i campi estivi invece deve essere compresa fra i 3 e i 13 anni (nati fra il 2010 e il 2020). Anche qui c’è una piccola deroga: se i ragazzi hanno disabilità certificata l’età può arrivare fino a 17 anni. Non ci sono limiti circa la tipologia dei campi estivi.
Naturalmente tutti i nuclei familiari che presentano la domanda devono risultare residenti in Emilia-Romagna. I genitori o il genitore possono richiedere il bonus sia che risultino entrambi occupati sia che siano disoccupati o in cassa integrazione. Lo stesso vale in caso uno dei due coniugi si occupi dei figli e della cura della casa.
Le province hanno ricevuto la ripartizione del fondo regionale sulla base della popolazione residente, quindi in testa risultano Bologna e Modena con circa un milione e mezzo di euro a testa. Una volta presentata la domanda i comuni stileranno le graduatorie e si procederà ad erogare i contributi.