Tra reddito grillino e sfratti arrivano brutte novità e si annuncia massacro sociale. Vediamo che succede e le proteste.
L’Unione Sindacale di Base sta protestando vivacemente per la fine del Reddito di cittadinanza. I sindacalisti si chiedono che cosa ne sarà dei percettori del reddito grillino quando sarà cancellato. La previsione è facile: arriverà un’ondata di sfratti perché senza questo aiuto contro la povertà, pagare i canoni di locazione diverrà impossibile per numerose famiglie.
In Italia saranno 70.000 a perdere il Reddito di cittadinanza. In teoria dovrebbero ricevere il MIA, la nuova misura ideata dal governo Meloni. Tale nuova misura di contrasto alla povertà eroga circa 350 euro mensili e sottopone a una serie di condizioni restrittive e limitanti. Secondo Lorenzo Montanari dell’USB torinese sarà un vero e proprio massacro sociale.
A finire sul banco degli imputati è soprattutto la clausola per la quale il lavoro va accettato in qualsiasi parte d’Italia. Un siciliano che deve accettare un lavoretto a Torino finirà per spendere di trasferta e affitto molto di più della misera paga. I sindacalisti spiegano come il Reddito di cittadinanza rappresenti un limite minimo per l’imprenditore.
Il datore di lavoro che avesse offerto una paga troppo misera sapeva che il lavoratore avrebbe preferito percepire il Reddito piuttosto che essere sfruttato.
I sindacalisti spiegano che senza questo limite minimo i datori di lavoro possono offrire cifre bassissime e sanno che il lavoratore deve accettare per forza.
I sindacalisti di USB spiegano come il Reddito sia stato prezioso per consentire a tante famiglie di andare avanti e di mandare i figli a scuola. Tra l’altro sottolineano come dalla pandemia ad oggi gli affitti siano aumentati di circa il 10% mentre le famiglie siano mediamente più povere e ben presto saranno anche private del reddito grillino.
Per questo l’idea di sostituire il Reddito di cittadinanza con la MIA si traduce in una situazione di emergenza e in una nuova ondata di sfratti. I padroni di casa tra poco dovranno anche cominciare i costosi lavori di efficientamento energetico richiesti dalla direttiva Case Green e saranno portati ad aumentare ulteriormente i canoni di affitto. Si conferma uno scollamento radicale tra le famiglie più benestanti e quelle in difficoltà che si vedono private anche dei sostegni minimi per andare avanti.
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