Lavorare solo quattro giorni a settimana? In alcune parti del mondo è già realtà. A breve anche in Italia si potrà avverare questo sogno.
La settimana corta, lavorare solo 4 giorni a settimana? Chi non vorrebbe ricevere una notizia del genere? Sicuramente sarebbe un sogno non dover lavorare in continuazione e poter godere anche del frutto e del sacrificio di tante ore di lavoro. Vediamo come è possibile farlo!
Arriva anche in Italia la proposta della settimana corta lavorativa. Sperimentata già nel Regno Unito e negli altri Paesi Europei, con buoni risultati, potrebbe diventare una realtà anche nel nostro paese. Si tratterebbe di una riforma dell’orario d’impiego che andrebbe a riguardare determinati settori lavorativi. Sarebbe una sorta di incontro tra lavoratore e azienda nel mettere a disposizione più tempo lavorativo concentrato in alcuni giorni a favore di un incremento del tempo libero. Ma vediamo in che modo potrebbe essere applicata.
Una proposta che ha messo in gioco la Federazione Italiana Metalmeccanici, guardando ai benefit che questo modello ha già avuto in paesi come l’Inghilterra. Si tratterebbe di un modo di lavorare completamente diverso da quello al quale siamo stati abituati fino ad ora, un tempo in cui il lavoratore può davvero pensare anche al proprio benessere.
Oltre che ad essere produttivo, l’uomo potrà anche godere del proprio tempo libero per dedicarsi alla palestra, a un hobby, ai figli, al riposo, insomma a qualsiasi cosa voglia che non sia solo lavorare. Ma vediamo nel dettaglio qual è la proposta della Fia CISL. Non si tratta di un sogno ad occhi aperti, ma di una proposta concreta, quella fatta dalla FIM CISL anche in Italia per sperimentare la settimana corta. È stato Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl, il 21 febbraio 2023 a lanciare un appello al governo chiedendo di regolare il lavoro nel settore manifatturiero. Si potrebbe adottare il sistema creando nuovi equilibri che non mettano a discapito la produttività dell’azienda.
Una forma di lavoro in cui la maggior parte dell’attività è relegata al lavoro, e in piccola parte l’orario viene ridotto. Il tempo ridotto può essere dedicato anche alla formazione o a carichi di cura. Insomma si tratterebbe di ridurre le giornate lavorative a favore di un lavoro produttivo che possa apportare maggior beneficio sia al lavoratore che all’azienda. Un modello che, in modalità differenti, è stato già attuato in Europa da Inghilterra, Spagna, Belgio e Paesi Scandinavi. Anche negli Emirati Arabi esiste la settimana corta di 4 giorni e mezzo lavorativi per il settore pubblico e per le scuole.
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