Ormai è solo una questione di mesi: ad Agosto molte famiglie dovranno dire addio per sempre al Reddito di Cittadinanza.
Il Reddito di cittadinanza sembra essere arrivato davvero al capolinea; Giorgia Meloni lo aveva gridato a gran voce in campagna elettorale e non FDI non è venuto meno alla sua parola. Già tra qualche mese molti dovranno dire addio al reddito, in attesa della Mia (la Misura per l’inclusione attiva), il sostegno per le categorie più fragili pensato in sostituzione del Rdc dal 2024.
Nonostante il Mia sia ancora solo un’ipotesi, come chiarito dallo stesso Ministero del Lavoro, il Reddito comincerà a sparire durante il 2023. Le revoche inizieranno ad Agosto 2023, e si stima che saranno circa 600mila i percettori che potrebbero non ricevere più il sussidio sulla carta gialla. I restati mesi serviranno al Governo come una sorta di reset, per dare più serenamente il via al progetto del Mia per i cittadini che ne avranno davvero bisogno.
Come sappiamo il problema dei ‘furbetti del reddito’ è reale e il numero di denunce negli ultimi mesi è schizzato alle stelle. Per questo la Misura per l’inclusione sarà indirizzata ad una platea molto più ristretta di beneficiari (con durata, importi e requisiti variabili) e andrà ad escludere le famiglie con un solo componente, il 43% dei percettori totali del reddito al Gennaio 2023.
Come riportato da AdnKronos, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha dichiarato che “tre quarti dei nuclei percettori composti da una persona sola smetteranno di ricevere il Rdc a partire da Agosto”. Un risparmio considerevole per le casse dello stato, che solo nel 2022 ha speso 8 miliardi di euro per erogare il sussidio ai 1.685.161 beneficiari, con un importo medio di 551 euro. Più di un milione di percettori si trova al sud, 372.317 al Nord e 271.887 al centro.
Il problema alla base è solo uno: il lavoro. I soggetti ai quali verrà revocato il reddito sono tutti impiegabili, ovvero hanno la possibilità di trovare lavoro, un’opzione non considerata negli ultimi anni e incentivata dal reddito e dalla difficoltà a trovare un buon lavoro con una paga in regola ed equivalente ai contratti firmati. Un altro problema è il fenomeno del lavoro in nero, che in alcune famiglie ha fruttato una seconda entrata insieme al reddito.
Questi fattori hanno contribuito alla situazione odierna: dei 660mila beneficiari soggetti al patto per il lavoro, ovvero tutti i disoccupati e non esonerati per disabilità o simili, il 72,8% non ha mai sottoscritto un contratto di lavoro negli ultimi tre anni. Parliamo di circa 480mila persone che, sicuramente, ad Agosto avranno revocato per sempre il Reddito di Cittadinanza.
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