Alcune problematiche alla ghiandola possono essere parecchio gravi e invalidanti. L’INPS corrisponde un’invalidità per chi ha questi problemi, e c’è chi la chiama (impropriamente) bonus tiroide
Almeno il 10% degli italiani soffre di qualche patologia alla tiroide, e spesso sottovaluta il problema o lo ignora. I problemi alla tiroide possono causare disagi seri a tutto l’organismo. Ed è per questo che certi pazienti con problemi alla ghiandola del collo sono tutelati dalla Stato con degli assegni periodici. Ma, come anticipato, è sbagliato parlare di bonus tiroide. Di cosa si tratta di realtà?
Non è un bonus perché non si tratta di forma specifica ed eccezionale di riconoscimento. Abbiamo invece a che fare con l’applicazione di un sostegno previdenziale, così come garantito a tutti i soggetti afflitti da malattie invalidanti. Meglio dunque parlare di indennità, riconosciuta a coloro cui è stato diagnosticato un problema grave, cioè un’invalidità. La percentuale d’invalidità deve essere compresa tra il 74% e il 100%.
Per chi ha meno del 100% di invalidità l’assegno corrisponde a 291,95 euro al mese. Per i pazienti con il 100% di invalidità il tetto massimo dell’assegno è di 523,82 € al mese. Tale importo viene erogato per tredici mensilità annuali. La procedura di riconoscimento è affidata alla commissione medica INPS, che fornisce la percentuale. Ma anche al di sotto della soglia del 74% è comunque possibile accedere ad alcune forme di tutela. Per esempio dei congedi straordinari per cure oppure il diritto al collocamento mirato. Poi c’è l’esenzione dal pagamento dell’imposta di bollo. E ci sono ancora altri diritti collegati al possesso di un’automobile da parte del destinatario.
Bonus tiroide: come funziona e quanto si può ottenere
Il cosiddetto bonus tiroide 2023 ha dunque un valore minimo di 290 euro circa al mese. E può arrivare fino a 523 euro per i casi gravi. Ovviamente ci sono delle soglie di reddito. Chi ha un ISEE elevato non può accedere a questo sostegno.
In generale, per ottenere l’importo massimo si considera una soglia reddituale annuale di circa 17.270 euro. E, va ribadito, non spetta a tutti i soggetti affetti da malattia tiroidea. La patologia deve essere certificata dalla commissione, cioè non solo da un medico specialista. Per accedere a questo sostegno bisogna presentare un’apposita domanda per avere riconosciuta, dall’INPS, l’invalidità civile. La domanda di richiesta di invalidità deve essere accompagnata da tutti gli esami della tiroide necessari. Ci vuole perciò un certificato medico, che da solo non basta a ottenere il beneficio.
Tutte queste procedure vanno svolte tramite il sito dell’INPS. E si può fare tutto autonomamente, ovvero accedendo al sito tramite le proprie credenziali (pin dell’INPS, tramite SPID, CNS o CIE). In alternativa, come sempre, si può anche delegare l’intera pratica a un patronato.