Anche una carta prepagata PostePay può essere controllata dall’Agenzia delle Entrate. Ecco quali controlli devi aspettarti di ricevere.
La carta prepagata PostePay è la più diffusa carta di pagamento sul territorio italiano. Secondo l’Agenzia delle Entrate ci sono molto possessori che cercano di fare i furbi con trucchi non proprio legali. Ecco perché arrivano i controlli su tutti quanti.
Facile da usare, immediata nella sua interfaccia, con tantissime garanzie per quanto riguarda sicurezza e servizi collegati, la carta prepagata PostePay è un ottimo prodotto nel campo dei pagamenti elettronici e del risparmio. I motivi che l’hanno resa la carta prepagata più utilizzata d’Italia sono molteplici, ma tra i più importanti c’è l’efficiente sistema di sicurezza garantito da Poste Italiane, tra i migliori quando si parla di difesa contro attacchi hacker. Inoltre la carta è proposta assieme a una serie di altri servizi collaterali certamente interessanti per i clienti che scelgono di affidarsi pienamente a Poste.
Nonostante tutto questo, la carta non è esente dai controlli del Fisco. Come per ogni altro aspetto della nostra vita economica, l’Agenzia delle Entrare può effettuare verifiche approfondite sulle nostre spese e le nostre finanze nel caso in cui noti qualche movimento sospetto nei nostri conti. Partiamo dal presupposto che qualunque conto è sotto controllo, perché ogni anno provvediamo a fornire i nostri dati relativi a entrate e spese. Per controllare che nessuno faccia il furbo, la Guardia di Finanza è autorizzata a controlli di routine sulle operazioni condotte dalle carte di pagamento, e se vedono qualcosa di sospetto, possono decidere controlli più approfonditi.
Controlli fiscali sulle carte prepagate, come si svolgono
In realtà non abbiamo modo di accorgerci di questo controlli, visto che sono per la maggior parte svolti internamente agli uffici dell’Agenzia delle Entrate. Gli agenti hanno per le mani tutti i dati economici che servono per capire se qualche spesa o entrata presso la carta prepagata di un contribuente è sospetta. In particolare, lo strumento della dichiarazione dei redditi è essenziale per confrontare le spese e capire se tutto sia in regola.
Sulla dichiarazione dei redditi devono essere dichiarate tutte le entrate e le uscite di una persona nel corso dell’anno. Le uniche entrate per cui non c’è obbligo di dichiarazione sono:
- regali da parte di genitori, partner, figli o fratelli, in quanto gli importi vengono tassati al 4% solo nel caso superino 1 milione di euro;
- risarcimenti per danni;
- vincite di gioco, le quali sono già state adeguatamente tassate;
- risultato della compravendita di beni usati, quindi frutto di attività di vendita occasionale, purché il prezzo sia inferiore a quello originale del bene;
- i prestiti tra privati;
Cosa attira l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate
Benché non si possa sapere se l’Agenzia delle Entrate sta facendo dei controlli nei nostri confronti, è possibile intuire qualcosa. Ci sono degli episodi ben specifici che attirano maggiormente l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate, in particolar modo spese o introiti improvvisi e troppo alti rispetto allo storico del contribuente.
Se, ad esempio, una persona che ha sempre guadagnato uno stipendio netto di 1.500 euro al mese, all’improvviso comprasse una macchina di lusso, questo sarebbe un episodio su cui l’Agenzia vorrebbe indagare. Se si scoprisse che il contribuente in questione ha semplicemente risparmiato per anni in vista di quell’acquisto, la cosa finirebbe lì, ma la prudenza non è mai troppa.