Novità per il Superbonus, potrebbero esserci sviluppi per la cessione dei crediti per via delle proposte dell’opposizione
Il Superbonus quest’anno ha creato un dibattito ostico che da una parte vedeva la necessità del Governo di ridurre gli aiuti dal punto di vista edilizio per investire il denaro in altre manovre; e dall’altra parte la necessità del settore dell’edilizia che vedrà un’ingente perdita difficile da recuperare.
Prima di spiegare i nuovi sviluppi, però, facciamo un passo indietro per chi non ha seguito dall’inizio la questione. Con il nuovo decreto il Governo Meloni ha deciso di eliminare la cessione del credito per quanto riguarda i bonus edilizi. In questo senso si è pensato ad una nuova struttura del provvedimento attraverso la quale riuscire a dare il contributo economico ai richiedenti attraverso dichiarazione dei redditi.
In questo modo, però, tutti coloro che vorrebbero inoltrare la domanda in questi mesi si troveranno a pagare in anticipo tutti i lavori. Denaro che poi tornerà indietro grazie al contributo ma diviso in rate nei prossimi 10 anni, attraverso la dichiarazione dei redditi annuale. Tutto ciò porta problemi non indifferenti al settore edile e non è difficile intuirne il perché.
Il problema della cessione del credito per il Superbonus
La gran parte delle famiglie italiane non si potrebbero permettere un anticipo di somme di denaro così alte per pagare i lavori e in poco tempo ci sarà un calo drastico delle richieste di lavoro attraverso il bonus. Da qui quindi le diverse polemiche.
In particolare, una volta inibita la procedura, resterebbe il nodo dei crediti “incagliati” nel sistema di cessione con conseguente blocco di circa 6.000 cantieri, tra unifamiliari e condomini, sono così a rischio fallimento almeno 1.700 imprese di costruzioni. Il Parlamento è corso ai ripari, ma le proposte non sono ancora definitive. Da una parte c’è stata la proposta delle deroghe delle attuali scadenze, ma non è finita qui. È stato proposto anche di sbloccare i crediti d’imposta dei bonus edilizi “incagliati” attraverso le compensazioni stabilendo limiti di tempo alle banche.
Dare ad esempio la possibilità alle banche e a Poste Italiane di compensare le somme relative agli F24 ma secondo gli esperti la soluzione F24 da sola non basterebbe. In attesa che banche e assicurazioni ricomincino ad acquistare i crediti maturati dai bonus edilizi, ci vorrebbe molto più tempo, la scadenza di marzo si rivelerebbe in anticipo, motivo per cui la proroga sarebbe necessaria. Dall’altra parte il Governo vorrebbe valutare altre opzioni, ma si sta ancora discutendo su una soluzione che potrebbe diventare necessaria per evitare danni irreparabili dal punto di vista del settore edile.