E’ in arrivo il Bonus donna, che garantirà sostegni pecuniari ai cittadini di sesso femminile con determinate caratteristiche anagrafiche e di reddito.
Come di sicuro saprete già, anche quest’anno il Governo ha previsto di stanziare di diversi bonus dato l’incremento dei prezzi di energia elettrica e l’aumento dei beni di prima necessità, dovuti alla crisi energetica e alla guerra in Ucraina.
C’è il bonus vacanze, destinato agli studenti e ai pensionati al di sotto di un certo reddito, e c’è anche il cosiddetto bonus donna. Questi sostegni economici sono chiaramente pensati per le categorie meno abbienti, e vengono erogati sulla base di determinate caratteristiche di reddito. In particolare il Bonus Donna, di cui vi parliamo oggi, è il frutto di un impegno dell’attuale Governo che cerca di dare sostegno al più bisognosi con somme in denaro, che possono essere spese in qualunque modo, a discrezione di chi li riceve, e sono stati pensati per chi ha dei figli a carico. Questo particolare bonus è erogato in una cifra pari a massimo 1.773 euro, dilazionati nel corso di 5 mesi, che può essere corrisposto in base ad alcuni requisiti specifici. Ecco quali sono.
Bonus donna, a chi spetta e a quanto ammonta
Se vuoi usufruire del bonus donna devi rispondere ad alcuni requisiti. Innanzitutto c’è da permettere che per avere il bonus bisogna avere la cittadinanza italiana, e che la cifra non verrà erogata tutta insieme, ma ‘spalmata’, e dilazionata nel corso di 5 mesi. Il Bonus donna è un contributo dell’Inps destinato alle donne che sono in dolce attesa e partoriranno a breve o alle neomamme. In tutti e due i casi si tratta di soggetti che non hanno nessuna occupazione lavorativa. Vediamo come richiederlo.
Il Bonus donna potrà essere erogato nel corso dell’anno 2023, fino al valore complessivo di 1.773 euro totali l’anno. Per richiedere il contributo è necessario avere un ISEE uguale o inferiore ai 25mila euro. Per fare domanda bisogna comunicare al proprio comune di residenza i dati della madre e del bambino e l’ISEE. Poi sarà compito dell’amministrazione comunale controllare tutti i documenti e soprattutto la dichiarazione dei redditi, e a quel punto sarà sempre l’amministrazione comunale ad occuparsi di inviare all’INPS, l’istituto Nazionale della Previdenza Sociale, la richiesta. Poi l’Inps erogherà il bonus in questione.
Oltre a questa misura di sostegno alle donne in età fertile esiste anche un esonero contributivo per i datori di lavoro che hanno assunto nel 2021 e 2022, o assumeranno, donne lavoratrici svantaggiate.