La riforma del governo stravolge tutti i contratti e vediamo cosa cambia nella tua vita. Le polemiche non mancano.
Il mondo del lavoro viene stravolto da una serie di riforme che è molto importante conoscere. Tra meno di due settimane sarà presentato il nuovo decreto lavoro e le novità non mancano. Tra le principali innovazioni di questo decreto ci sono proprio le novità per i contratti di lavoro a tempo determinato.
Teoricamente il Governo vuole cancellare le causali per i contratti a tempo determinato. Questo vuol dire che quei datori di lavoro che vogliono sfruttare il contratto a tempo determinato per non offrire le garanzie del contratto a tempo indeterminato potranno farlo. Con le causali il lavoratore era più tutelato perché il datore di lavoro che avesse scelto il contratto a tempo determinato avrebbe dovuto motivare la scelta mentre con la riforma questo non esisterà più.
Il contratto dura 12 mesi e per prorogarlo altri 12 mesi bisogna questa volta indicare le causali. Passati anche questi ulteriori 12 mesi il contratto a tempo determinato non si potrà prorogare oltre. Quindi il lavoratore dovrà essere respinto o assunto a tempo indeterminato.
Il governo Meloni vorrebbe intervenire su questa normativa eliminando completamente le causali per i primi 24 mesi di lavoro ma anche allungando la possibilità della proroga dei contratti a tempo determinato arrivando ad un complessivo di 36 mesi al posto degli attuali 24. Quindi le tutele per il lavoratore diminuiranno mentre il datore di lavoro sarà libero usare il contratto a tempo determinato con maggiore libertà.
Ma le novità riguardano anche la semplificazione dei contratti e le agevolazioni fiscali. Con la novità prevista dal Governo quelle aziende che concederanno straordinari, bonus e premi di produzione avranno un’agevolazione fiscale forte. Per quanto riguarda gli stipendi, le nuove aliquote dovrebbero avvantaggiare il lavoratore.
Potrebbe scattare un’aliquota del 23% per chi ha i redditi fino al 15 mila euro. L’aliquota sarebbe del 27% per chi ha i redditi entro i €50.000 e ci sarebbe un’aliquota del 43% per chi ha i redditi superiori a 50.000 euro.
Quindi gli stipendi potrebbero aumentare sensibilmente con questa revisione dell’Irpef. Secondo i calcoli si potrebbero ottenere aumenti fino a €700 nel caso degli stipendi più elevati. Il taglio del cuneo fiscale è sicuramente una notizia positiva per tanti lavoratori anche se si tratta di un taglio piuttosto contenuto. Il problema vero riguarda i lavoratori condannati ad essere eternamente precari. Chi polemizza con questa riforma sottolinea che tanti italiani si trovano a guadagnare troppo poco e con il taglio degli aiuti sociali la situazione è diventata ancora più problematica.
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