Non chiamatela patrimoniale: proprio i meno abbienti finiranno nei guai. Quando vendi o affitti devi già aver fatto i lavori.
La direttiva Case Green è una vera e propria bomba sul mercato immobiliare italiano e purtroppo pochi se ne stanno rendendo conto. La direttiva europea ha polarizzato la politica italiana spaccandola in due. Il Centrodestra la sta dipingendo come una patrimoniale mentre la Sinistra come un bene per gli italiani.
Il Centrodestra ha ragione nel definire la direttiva case Green una patrimoniale perché effettivamente aggredisce il patrimonio degli italiani. Mettere in campo una spesa che può oscillare dai ventimila ai 40.000 euro sul proprio immobile è peggio di qualsiasi patrimoniale.
La mazzata sarà sui più poveri
La direttiva Europea Case Green potrebbe sembrare un’azione contro i ricchi ma a favore dei poveri. Una patrimoniale per sua natura ha una funzione redistributiva. Definendo la direttiva Europea Case Green una patrimoniale si finisce per dare ragione alla Sinistra che sostiene che questa direttiva sia un bene. Tuttavia ad essere più colpite da questa direttiva sono proprio le famiglie più povere.
Una famiglia che si trova a dover vendere casa a causa di un trasferimento o per problemi economici e realizzare una cifra, non potrà farlo. Immaginiamo un immobile che valga 100 mila euro ma sul quale si dovranno operare interventi di 30 mila euro. La famiglia che ha bisogno di vendere dovrà preventivare costi che non può permettersi e sarà costretta a rinunciare alla vendita se le norme definitive ne impediranno il passaggio di proprietà in caso di mancato adeguamento o, nella migliore delle ipotesi, a svendere il bene, perché non a norma dal punto di vista dell’efficienza energetica.
Tanti si troveranno nei guai perchè le case diventano invendibili
La famiglia ricca riuscirà a far fronte a questa stangata e si ritroverà con immobili che valgono di più. La famiglia povera potrebbe non riuscire a mettere in campo queste spese se ha necessità di vendere o affittare la casa. E dovrà scendere a compromessi molto penalizzanti. I meno abbienti si ritroveranno un immobile svalutato o invendibile ma sul quale si dovranno comunque pagare condominio e l’IMU.
Quindi definire la direttiva Europea case Green una patrimoniale rischia di far sottovalutare la stangata che questa direttiva impone a coloro che probabilmente non riusciranno a trovare i soldi per mettersi in regola. La direttiva case Green ormai è a buon punto del suo iter di approvazione. Dal 2030 nel momento in cui una casa viene venduta oppure affittata i lavori di adeguamento energetico dovranno già essere stati realizzati.