Altra stangata per milioni di famiglie italiane: un prodotto del supermercato ha subito un aumento di prezzo vertiginoso.
Da mesi ci siamo tristemente abituati ad un aumento dei prezzi allucinante. Sono aumentate le bollette di luce e gas, i farmaci, le visite mediche, la benzina. Persino le rate del mutuo hanno seguito il trend. Tra i prodotti del supermercato, uno in particolare ha subito un aumento di prezzo allarmante. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Ormai entrare in un supermercato è come avventurarsi in un labirinto pieno di trappole. L’obiettivo è uscirne indenni e con il conto in banca non in rosso. Una nuova analisi di Coldiretti ha messo in evidenza come la guerra tra Russia e Ucraina – e il conseguente aumento del prezzo dell’energia- abbia influito anche sui costi di produzione di frutta e verdura.
L’aumento dei costi riguarda tutte le fasi della produzione: dal riscaldamento delle serre ai carburanti per i macchinari, dalle materie prime ai fertilizzanti. Senza contare poi i costi successivi per gli imballaggi dei prodotti ortofrutticoli. E, ovviamente, se all’azienda costa di più produrre, dovrà necessariamente aumentare il prezzo del prodotto finale. A pagarne le conseguenze, ancora una volta, è il consumatore che in alcuni casi potrà trovarsi a pagare un ortaggio anche il doppio di quanto lo pagava fino a qualche mese fa.
Tuttavia non è nemmeno possibile addebitare la colpa degli aumenti ai produttori agricoli. Dallo studio di Coldiretti è stato rilevato che il 19% delle aziende agricole sta lavorando in perdita. A ciò si aggiunge la concorrenza delle aziende straniere che , spesso, possono ancora offrire prezzi più bassi non avendo avuto gli stessi aumenti di produzione registrati in Italia.
Un prodotto è raddoppiato di prezzo
Come visto le aziende agricole italiane sono in forte sofferenza. E quelle che reggono si vedono costrette ad aumentare i prezzi con ripercussioni negative su noi consumatori. A ciò si aggiunge il fenomeno del dumping economico.
Il dumping economico si verifica quando un’impresa esportatrice vende i propri prodotti a prezzi inferiori a quelli praticati sul mercato nazionale. Inutile sottolineare come questa pratica danneggi le imprese che non possono competere con prezzi così bassi. Coldiretti ha denunciato che quasi il 20% dei prodotti alimentari importati in Italia non rispettano le normative sulla salute, l’ambiente e i diritti dei lavoratori. Per questo i prodotti stranieri costano meno di quelli italiani: la manodopera, non di rado, viene sottopagata. Ciò nonostante l’Unione Europea ha avviato un accordo commerciale di libero scambio con Paesi che si avvalgono anche di manodopera minorile.
Di contro l’Italia è frenata sul fronte delle esportazioni: ad esempio, le pere italiane non possono essere esportate in Cina perché non è stata ancora concessa l’autorizzazione ffitosanitaria; i pomodori non possono essere esportati in Canada mentre i nostri kiwi non possono raggiungere il Giappone a causa di un dossier fitosanitario aperto nel 2008 e mai completato.
L’aumento esponenziale di frutta e verdura
Tutto questo viene fatto pagare – e non in senso metaforico – a noi consumatori finali che ci troviamo ad acquistare prodotti ortofrutticoli a prezzi sempre più alti. Rialzi che stanno già colpendo le famiglie italiane mettendole in ginocchio. Frutta e verdura oggi costano il 119% in più rispetto a qualche mese fa.
Sempre più consumatori si trovano costretti a scegliere tra qualità e risparmio: scelta che non dovrebbe mai essere fatta quando si parla di alimentazione in quanto ne va della nostra salute. Si è stimato che, in media, ogni famiglia oggi paga 3mila euro in più per la spesa alimentare. Una situazione non più sostenibile. Per far fronte a questa situazione il Governo Meloni sta valutando di azzerare l’IVA su alcuni prodotti.