State valutando pro e contro della pensione integrativa? Vi aiutiamo noi con questa piccola guida ad una scelta importante
La pensione integrativa conviene allorquando si stima che il proprio piano previdenziale futuro non possa garantire un pieno e completo sostentamento.
Un altro motivo valido per scegliere una pensione integrativa riguarda l’ipotesi che il normale contributo assistenziale non possa essere sufficiente per offrire al lavoratore uno stile di vita adeguato alla fine del periodo da occupato. Bisogna in ogni caso scegliere fra varie opzioni. C’è l’integrazione conveniente e più o meno flessibile, e c’è invece il piano integrativo inadatto alle proprie esigenze, che promette grandi guadagni ma comporta anche notevoli rischi. Quando si tratta di garantirsi un supporto concreto al termine della propria carriera lavorativa, è doveroso procedere con massima accortezza.
La previdenza complementare implica una rendita aggiuntiva da sommare a quella obbligatoria. Per beneficiarne è ovviamente indispensabile muoversi per tempo, ossia cominciare a integrare il prima possibile. Ma quali sono i parametri valutativi più importanti per selezionare un piano integrativo adatto alle proprie esigenze?
Pensione integrativa: quale preferire e quale evitare
Con le notizie relative all’aumento dell’età pensionabile e un sistema previdenziale da anni vacillante, lo Stato offre varie agevolazioni fiscali e tutele per chi decide di aprire una pensione complementare. È sempre il lavoratore a scegliere quale piano seguire e il valore delle rate da versare ogni mese. Arrivato all’età pensionabile, il soggetto potrà può quindi decidere di ottenere una percentuale del proprio salvadanaio come liquidità immediata, oppure degli accrediti periodici di mese in mese, cioè integrazioni alla pensione di base.
La previdenza complementare offre opzioni vantaggiose o funzionali ma può anche portare il lavoratore a impelagarsi in un piano poco conveniente e soddisfacente. Di sicuro interesse sono i fondi pensione chiusi, che però sono di norma destinati a specifici lavoratori, con accesso garantito a determinate categorie, o a una ristretta area geografica. Maggiori incertezze si hanno con i fondi pensione aperti, che sono accessibili a tutti (sia dipendenti sia liberi professionisti, con o senza partita IVA) e possono confondere l’utenza tramite un’offerta troppo labirintica. In genere sono quei fondi messi a disposizione da banche, società mobiliari, assicurazioni, eccetera.
Altra opzione interessante: il piano individuale pensionistico (PIP) offerto da compagnie assicurative o banche, che è aperto a a tutti e garantisce ampia flessibilità. Fra i PIP da tenere d’occhio c’è la pensione integrativa Poste Italiane, con un rendimento ultimo anno disponibile pari all’8,51%. Si tratta di un’integrazione flessibile e con diversi gradi di rischio. Poi c’è la pensione integrativa Intesa Sanpaolo, con rendimento ultimo anno disponibile del 4,97% (a lungo termine). Di norma è sempre meglio scegliere un piano pensione aperto. E bisogna scegliere quello con meno commissioni. Fra i fondi pensione aperti meno costosi ci sono quelli di Allianz e di Poste Italiane.