Cosa si nasconde dietro al blocco degli stipendi in Italia, e perché siamo tra le ultime posizioni
Una situazione italiana che tutti conosciamo perché la tocchiamo con mano nel nostro quotidiano. Gli stipendi sono bassissimi e le tasse alle stelle, in una situazione del genere succede che il dipendente è sempre sotto pagato e le aziende al tempo stesso chiudono perché non riescono a far rientrare i conti.
Si contano decine di migliaia di attività chiuse negli ultimi anni, ad esempio, e i salari non sono in crescita da tanti anni, con il picco massimo di decrescita post Covid. Considerando anche l’aumento dell’inflazione, l’Italia perde posizioni perché in queste condizioni il debito pubblico è in crescita continua e arriverà il momento in cui l’Europa sarà costretta ad alzare ancora di più i tassi di interesse (cosa che è successa alla Grecia tempo fa).
Se solo un cartone di latte è arrivato a costare quasi 3 euro, e gli affitti per i single che vivono in monolocali si aggirano sui 500 euro, ma il 30% della popolazione italiana ha uno stipendio inferiore ai 900 euro, come si arriva a fine mese? Questa è la domanda che si fanno le famiglie italiane negli ultimi anni a questa parte, ma non solo, perché in termini più tecnici è anche ciò che si stanno chiedendo gli economi, rintracciando le concause che ci hanno portato ad arrivare a questa tragica situazione.
La preoccupante situazione salariale in Italia. Non si arriva a fine mese
I salari reali sono gli stipendi medi registrati e aggiustati seguendo la crescita o la decrescita dell’inflazione, cioè guardando ai prezzi. In questo modo si calcola l’effettiva capacità di spesa del singolo stipendio. Come è ormai più che evidente, i risultati dei calcoli sono avvilenti. Se già con la pandemia gli italiani avevano bruciato quasi tutti i risparmi, adesso la situazione è tragica perché mettere da parte qualcosa è impossibile, bisogna capire piuttosto come arrivare a fine mese.
Dal 2008 ad oggi, quindi negli ultimi 15 anni, l’Italia risulta essere il peggior Paese del G20 per salario reale, sia tra le economie avanzate che tra quelle in via di sviluppo. Con una diminuzione dal 2008 del 12%, ed un crollo del 6% registrato soltanto nell’ultimo anno a causa della fortissima impennata dell’inflazione. Guardando poi ai dati dell’OCSE, che invece partono dal 1990, si evince che i salari reali sono rimasti piatti negli ultimi 30 anni.
Partendo dal presupposto che, quindi, come anticipato nel paragrafo precedente, salario reale non significa guadagno medio, bensì guadagno medio in rapporto ai prezzi proposti dal paese; come mai L’Italia è ultima? Perché la situazione non riesce a cambiare?
Perché i salari reali non salgono in Italia
Partiamo col dire che questo è un problema molto studiato e dibattuto, ovviamente anche nella letteratura economica specializzata. Sintetizzando e semplificando il più possibile, una delle motivazioni principali è la produttività del lavoro, anch’essa piuttosto stagnate negli ultimi decenni.
Le cause relative alla stagnazione della produttività, secondo gli esperti, sembrano essere innanzitutto il fatto che l’Italia sia un paese che produce grazie ad una vastissima rete di piccole e piccolissime imprese, che appunto non riescono ad investire in ricerca e sviluppo. Una seconda causa è l’alto livello di sottooccupazione, ovvero, sembra assurdo dirlo, ma in Italia non si lavora (dati che riguardano soprattutto il sud e la frammentazione dell’entroterra di ogni Regione).
In ultima analisi, bisogna citare il ruolo della legislazione, che negli ultimi decenni è andata sempre verso una ‘liberalizzazione’, per non dire ‘precarizzazione’, del mercato del lavoro. Parliamo quindi di uno dei pochi Paesi europei a non avere ad esempio una legislazione sul salario minimo, ma anche su questo punto si aprono una serie di riflessioni sull’effettiva incapacità di sostenere una spesa così alta come quella del salario minimo considerando la situazione attuale (considerando anche l’enorme debito pubblico). Finché questi problemi non verranno affrontati, sarà difficile sperare di veder crescere nuovamente i salari reali nel nostro paese.