Coloro che prevedono di avere una pensione bassa possono risolvere subito e tutelarsi, attivando un piano complementare.
La previdenza integrativa è molto diffusa in Europa ma in Italia si sta ancora sviluppando, per questo motivo il governo vuole incentivare questa misura che sarà introdotta nella riforma del 2023 per le pensioni.
Minore tassazione, più agevolazioni e delle variazioni anche per il Tfr. Molte novità che riguarderanno non solo i pensionati di domani ma anche quelli del futuro, coloro che oggi sono giovani e devono prendere decisioni importanti. In gioventù non si pensa a quello che sarà, alla pensione, ai fondi necessari. Con la carenza di impiego, le situazioni economiche disagiate e le difficoltà del caso sembra veramente molto difficile pensare di poter ottenere un impiego, figuriamoci occuparsi della pensione.
Il problema è che poi quel tempo arriva e se i contributi sono stati bassi, per un periodo breve o comunque non decisivi, la pensione sarà molto bassa e si rischia di non poter fronteggiare la vita quotidiana. Per questo è fondamentale pensare prima ad un piano di sostegno, ovvero una pensione complementare che vada a integrare quella dello Stato.
Pensione bassa: tutelarsi con la complementare
Proprio perché si naviga in acque incerte e si viaggia verso un sistema pensionistico in difficoltà, il governo vuole spingere sulle alternative per evitare che gli anziani di domani si trovino senza nulla. Il problema non è lontanissimo, già tra dieci anni potrebbe essere difficile far fronte a tutti. L’invecchiamento della popolazione e la mancata forza lavoro dall’altra rendono difficile adempiere a tutte le spese, come evidenziato proprio dall’INPS.
Le pensioni complementari sono dei fondi pensioni assicurati, quindi sicuri, a cui lo Stato applica una rendita che va solitamente dal 9 al 15%. Il governo Meloni vuole ridurre la tassazione al 2% così da tutelare coloro che vogliono puntare su questo sistema. L’importo della pensione complementare è variabile e viene erogato dal momento in cui si va in pensione quindi si aggiunge al rendimento di quella da lavoro. Tutti possono aderire ai fondi pensione, anche i disoccupati.
Ci sono quattro tipi di fondi: quelli chiusi che sono creati dai sindacati o dai datori di lavoro, quelli aperti che si possono fare presso banche, assicurazioni, intermediari, i piani individuali che sono in realtà assicurazioni sulla vita, i fondi pensione preesistenti che sono quelli che venivano impiegati in passato. Ognuno di questi ha caratteristiche diverse e si sposa meglio a una determinata condizione ma oggi è una soluzione fondamentale perché anche versando un’integrazione bassa si può fare cumulo per il domani.