La corsa al 2025, un anno importantissimo per l’energia da fusione, iniziata già da un po’, entra nella sua fase più importante.
ENI dà una bella sgasata nell’ottica del primo impianto energetico pilota di Fusioj, attualmente in costruzione, la cui operatività è prevista proprio per il 2025.
In questo contesto l’azienda multinazionale creata da Enrico Mattei, convertita ormai da trentanni in società per azioni, ha stretto un accordo molto importante con Commonwealth Fusion Systems, una società statunitense con l’obiettivo di costruire una centrale elettrica a fusione compatta basata sul concetto di centrale elettrica tokamak ARC, spin-off del Massachusetts Institute of Technology.
Un accordo davvero importante, come ribadisce Claudio Descalzi, amministratore delegato ENI: “La prima centrale elettrica di CFS basata sulla fusione a confinamento magnetico ci permetterà di fornire – assicura – grandi quantità di energia senza alcuna emissione di gas serra prodotta in modo sicuro, pulito e virtualmente inesauribile fornendo un contributo sostanziale alla transizione energetica”.
La svolta tecnologica auspicata da ENI viene avvalorata da Bob Mumgaard, CEO di Commonwealth Fusion Systems. “ENI è un partner di lunga data, ci permetterà di progredire i nostri sforzi sulle sfide globali che stiamo affrontando e sulle opportunità di trasformazione del panorama energetico grazie ad una fornitura illimitata di energia pulita da fusione”.
La partnership ha detto il CEO di CFS Bob Mumgaard. “Questo accordo sottolinea il ruolo chiave che le società energetiche esistenti svolgono nell’accelerare l’industrializzazione dell’energia da fusione e la forza della dell’abbinamento con tali aziende”. Nello specifico, l’accordo strategico di ENI e Commonwealth Fusion Systems rientra in una serie di progetti per lo sviluppo e la distribuzione di energia da fusione, su scala industriale. Una partnership che vuole sfruttare l’esperienza globale di ingegneria e project management di Eni nell’ottica dello sviluppo della reazione di fusione nucleare ottenuta artificialmente e in maniera controllata.
Dalla teoria alla pratica, il passo è breve. Procede secondo la tabella di marcia la fase di sviluppo il primo prototipo del reattore a fusione nucleare concepito dagli ingegneri del Massachusetts Institute of Technology, ENI naturalmente, e Commonwealth Fusion Systems, per poter sostenere quanto prima la commercializzazione dell’energia da fusione. Proprio per questo la sgasata di ENI è importante: perché il 2025 e quel primo impianto energetico pilota di Fusioj, è solo un traguardo intermedio verso la costruzione, nel prossimo decennio della prima centrale elettrica industriale da fusione
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