Lo strumento dello stralcio delle cartelle fino a mille euro può sembrare solo una misura favorevole e che può far respirare migliaia di italiani. In parte è così, ma non tutto è oro ciò che luccica. E infatti, bisogna sapere che a trarne pochi benefici sono i lavoratori del settore dell’agricoltura.
Se è vero che da una parte si ottiene il beneficio di ottenere il condono di un debito con l’Agenzia delle Entrate, d’altra parte però c’è un taglio molto doloroso: ed è quello relativo ai contributi utili per l’attesa pensione. Come già detto, però, a doversi preoccupare sono alcune categorie di persone, e in particolare i liberi professionisti dell’agricoltura, come gli artigiani e i commercianti che lavorano con la gestione separata.
Si ricorda che lo stralcio consente ai contribuenti di ottenere il cancellamento dei debito, a meno che essi non vengano pagati entro la fine del mese di aprile di quest’anno. Insomma, prima di affrontare qualsiasi spesa è bene capire bene quale siano le condizioni e approntare un’attenta valutazione di carattere contributivo ed economico. Ma scopriamo di più prima di arrivare a conclusioni affrettate.
Se lo stralcio dei debiti con l’Agenzia delle Entrate ci impoverisce la pensione
Partiti e sindacati in queste ore stanno affrontando la questione sul piano dell’opportunità o meno di consigliare l’attivazione della procedura della sanatoria. Questo perché in ballo ci sono i contributi che, dopo tanto lavoro, permette di accedere alla pensione.
Ma perché questo accade? La risposta sta in un alcuni meccanismi previdenziali. Infatti, i contributi di alcune categorie di lavoratori non sono divisibili. E per sfortuna degli agricoltori, il divieto tocca proprio la loro categoria. In termini numerici e di quantità, quando un agricoltore accede a questo condono fiscale rischia di perdere un intero anno di contribuzione. Vuol dire, di fatto, essere costretti a rinunciare a un bel po’ di contributi nella pensione. Tradotto: meno soldi a fine mese.
Al momento sono due le proposte in atto per risolvere la patata bollente. Da una parte, far diventare lo stralcio volontario e quindi solo per alcune categorie di professionisti. Oppure, consentire il recupero dei contributi pregressi attraverso una specie di autorizzazione ai contributi volontari in collegamento con gli importi stralciati. Tutto questo in relazione a quanto già stralciato nella sanatoria del 2018. In pratica, è bene farsi i conti: perdere un anno di contributi oppure trovare sollievo con l’Agenzia delle Entrate e non dover pagare un debito di circa mille euro.