Impiegarsi a pagare un mutuo è un impegno che dura diversi anni e richiede organizzazione e sacrifici. Ma se una coppia nel tempo decide di dividersi occorre capire come procedere.
Quando si decide di comprare una casa insieme è sempre l’inizio di un’avventura, di una famiglia ma spesso e volentieri anche di un mutuo. Questo tipo di contratto può assumere diverse forme: a tasso fisso, misto o variabile, di durata pari a 3 o 5 anni eccetera. Impegnarsi per tanto tempo però vuol dire anche prepararsi a eventuali imprevisti, compresa la fine della relazione fra i coniugi.
La separazione e il divorzio non sono mai facili di per sé dal punto di vista umano, per non parlare di quello burocratico. Un mutuo ancora acceso per la prima casa dei coniugi è una delle problematiche più evidenti, soprattutto nel caso sia cointestato alla coppia. Quando ci si sposa e si sceglie il regime di comunione dei beni la casa risulta di entrambi. Tuttavia esercita una certa influenza anche il contratto siglato con la banca, che può far firmare entrambi oppure optare per la fideiussione, ossia con una sola firma mentre l’altro coniuge assume il ruolo di garante. Fra i due casi c’è una grossa differenza in caso di divorzio.
Nel primo caso infatti la banca chiederà comunque a entrambi di saldare il debito, con conseguenze sia per l’uno che per l’altra nel caso di insolvenza. Nel secondo caso, invece, le responsabilità ricadranno tutte su chi ha firmato. Sarà lui (o lei) a dover pagare, e solo in caso di rifiuto sarà contattato il garante che dovrà far sì che il debito sia saldato.
Trattandosi di una situazione scomoda, è chiaro che la soluzione migliore sia un accordo fra le due parti in cui uno dei due coniugi opti per l’accollo del mutuo. Sta alla banca valutare e chiedere eventualmente ulteriori garanzie. Se nessuno dei due coniugi desidera rimanere nella casa su cui grava il mutuo c’è anche un’altra possibilità, soprattutto se mancano poche rate. Si potrebbe infatti optare per ultimare i pagamenti insieme e poi procedere a vendere la casa dividendo i soldi. In questo modo si potrà riavere ciò che si è dato, magari guadagnandoci qualcosa.
Un punto importante riguarda il caso in cui un coniuge chieda di essere risarcito delle rate versate. Davvero è possibile che uno fra marito e moglie possa recuperare quanto speso chiedendolo all’ormai ex partner? E l’altro/a è tenuto a pagare quanto resta liquidando anche l’ex rispetto a ciò che ha speso? La risposta è no: non esiste alcun fondamento giuridico per poter presentare una simile richiesta.
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