Il Governo sta mettendo in campo vari strumenti per aiutare i più bisognosi. Tra questi c’è il pacco alimentare. Vediamo di cosa si tratta.
Il Governo di Giorgia Meloni ha già messo in campo diverse misure per sostenere le fasce meno abbienti della popolazione e aiutare i più bisognosi. Tra i vari strumenti pensati dal nuovo Esecutivo di Centrodestra c’è il pacco alimentare. Vediamo bene in cosa consiste e cosa fare per averlo.
Il premier Giorgia Meloni è stata chiara: meno bonus ma più aiuti concreti. Con il decreto Giorgetti dello scorso 7 febbraio, infatti, abbiamo detto addio al Superbonus 110%, costato allo Stato non meno di 120 miliardi di euro e, spesso, utilizzato da persone con redditi alti. Il Governo sta mettendo in campo altre misure per aiutare i più bisognosi tra cui il pacco alimentare o reddito alimentare. Il reddito alimentare è uno strumento di sostegno che si rivolge alle famiglie più indigenti. Nell’ultimo anno il numero di famiglie che vivono in condizioni di povertà è aumentato: molti non riescono più nemmeno a fare la spesa regolarmente.
Il reddito alimentare è uno strumento inserito nella Legge di Bilancio 2023. Si badi bene: non sostituisce né il Reddito di cittadinanza né la Carta Risparmio Spesa. Infatti il reddito alimentare non consiste in un contributo economico ma in un vero e proprio aiuto materiale: un pacco alimentare, un pacco con degli alimenti. Per il momento questa misura non è stata ancora messa a regime ma è in via sperimentale. Il Governo di Giorgia Meloni per il pacco alimentare ha stanziato 3,5 milioni di euro per il biennio 2023/24.
Ecco cosa fare per avere il pacco alimentare
Come anticipato il pacco alimentare è una misura pensata per aiutare la fascia più bisognosa della popolazione. Uno strumento concreto per sfamare chi si trova in una situazione di povertà. Soprattutto si tratta di uno strumento che punta a soddisfare un bisogno essenziale: nutrirsi.
Il pacco alimentare conterrà alimenti semplici come pane, pasta, formaggi, acqua. Questi alimenti arrivano direttamente dai supermercati, dalla merce rimasta invenduta. Un’ottima soluzione, quindi, per sfamare chi ne ha bisogno e, al contempo, per evitare lo spreco. La misura partirà da alcune grandi città in cui il numero di famiglie in stato di povertà è maggiore. Le prime città interessate saranno Roma, Milano, Torino, Venezia, Genova, Firenze, Bologna, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Catania, Messina, Cagliari e Palermo. Per il momento il pacco alimentare andrà ad affiancarsi alla Carta risparmio spesa.
La Carta risparmio spesa può essere richiesta da tutte le famiglie con un reddito annuo uguale o inferiore a 15.000 euro. La Carta risparmio spesa – o Social card – al contrario del pacco alimentare consiste in un contributo economico. Più precisamente consiste in buoni da utilizzare per l’acquisto dei beni di prima necessità. Con questa carta è possibile non solo pagare la spesa al supermercato ma anche le bollette. Viene erogata dall’Inps ogni due mesi: ogni nucleo familiare riceve 80 euro ogni due mesi direttamente sulla carta. Non è assolutamente possibile avere la Social card sotto forma di contanti.