Sempre più vicina la riforma fiscale. I cambiamenti saranno tanti e incideranno in misura importante sugli stipendi.
La riforma del fisco sarà oggetto di discussione da parte del Governo forse già in settimana. I cambiamenti rispetto al passato saranno tanti. Vediamo chi, soprattutto, avrà benefici da questa riforma fiscale.
Manca sempre meno alla riforma del fisco. È nelle intenzioni del Governo Meloni discuterne in consiglio dei ministri entro metà marzo ma potrebbe arrivare sui banchi già questa settimana. A dirlo è stato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo. Il primo passo sarà la riduzione delle aliquote Irpef in modo da aumentare gli stipendi di milioni di lavoratori dipendenti. Il primo obiettivo dell’Esecutivo di Giorgia Meloni è portare le aliquote da quattro a tre.
Indubbiamente questo grande passo necessita di tagliare altrove per trovare i fondi necessari. Il premier Giorgia Meloni sembra decisa ad abbassare le aliquote Irpef dando una bella sforbiciata ai bonus messi in campo dai suoi predecessori. Secondo il viceministro Leo – in quota Fratelli d’Italia- con gli opportuni tagli, lo Stato riuscirebbe a coprire manovre fino a 156 miliardi di euro. Ma la tappa di marzo che porterebbe le aliquote da quattro a tre sarebbe solo il primo passo verso il cambiamento. La riforma fiscale del Governo Meloni prevede, infatti, cambiamenti di ampio respiro e che possono incidere in misura sostanziale sugli stipendi.
Meno bonus e meno aliquote. Questo l’obiettivo del premier di Centrodestra. La misura di marzo non è che l’inizio, almeno nelle intenzioni di Giorgia Meloni e della sua squadra.
Nel 2022 sono entrate in vigore le nuove aliquote Irpef, modificate attraverso la legge di Bilancio 2022. Gli scaglioni al momento sono quattro ma presto dovrebbero scendere a tre. L’idea del Governo Meloni, infatti sarebbe quella di accorpare la seconda e la terza aliquota dell’Irpef – fissate oggi al 25% e al 35% – in una fascia unica con una percentuale di prelievo pari al 27% o al 28%. Purtroppo non andrà a beneficio di tutti i dipendenti. In pratica chi oggi guadagna tra i 15 mila e i 28 mila euro andrebbe a pagare il 2% in più di tasse, percependo uno stipendio netto inferiore. Nessun beneficio dunque per questi lavoratori. A trarre un bel vantaggio, invece, dalla riforma fiscale pensata dall’attuale Governo saranno i dipendenti il cui reddito imponibile è compreso tra i 28 mila e i 50 mila euro.
Tuttavia il Governo non vuole modificare solo gli scaglioni delle aliquote Irpef: si andrà a toccare e rivedere anche tutto ciò che riguarda l’ambito dichiarativo, di accertamento, di riscossione e del contenzioso tributario. Il viceministro Maurizio Leo ha sottolineato come il sistema sia ancora fermo all’ultima riforma attuata negli anni ’70: è arrivato il momento di intervenire non con semplici ritocchi ma con un “restauro” vero e proprio che sia in linea con le nuove esigenze sociali ed economiche dei lavoratori. La strada che il Governo Meloni intende percorrere è quella della semplificazione. Non è escluso che il numero delle aliquote, con il tempo, venga ulteriormente abbassato a due e infine a una, realizzando la tanto discussa flat tax, idea nata in casa Lega.
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