Il governo lo aveva annunciato e sta per accadere, il Reddito di Cittadinanza subirà non solo una stretta per 400 mila percettori ma un taglio anticipato.
Non aveva vita lunga con il nuovo Governo ed era chiaro, la situazione però sta per cambiare e ci sarà una profonda stretta per moltissime famiglie con ripercussioni pesanti, soprattutto in un periodo di rincari e prezzi alle stelle.
Anche se era stato preannunciato ora sono emersi i dettagli di quelle che saranno le disposizioni effettive e quindi dei provvedimenti correlati che i percettori del sussidio devono aspettarsi. Presto diremo addio al Reddito di cittadinanza, almeno quello che abbiamo conosciuto fino ad oggi. È in cantiere una nuova misura chiamata Mia, Misura di inclusione attiva. I 400 mila beneficiari dell’attuale reddito ma che sono in grado di lavorare subiranno una stretta.
Come sarà il nuovo Reddito di Cittadinanza
Il nuovo sussidio sarà così strutturato: un sostegno di 375 euro erogabili per 12 mesi con tanto di formazione per il lavoro. Invece, per coloro che non possono lavorare, il sostegno sarà di 500 euro mensili per 18 mesi. Quindi la platea viene divisa in due grandi porzioni: da un lato tutti coloro che possono essere inseriti nel mondo del lavoro e dall’altra tutti coloro che invece non possono lavorare quindi pensionati, disabili, con figli malati a carico.
Dal 1° gennaio 2023 la norma ha previsto 7 mensilità per i percettori occupabili, quindi praticamente fino a settembre. In questa platea non sono considerati coloro che non possono lavorare. L’idea generale quindi è che a partire dal mese di settembre si potrà richiedere il nuovo beneficio con una durata annua. Probabilmente, dopo l’anno di erogazione ci sarà un prolungamento di sei mesi con un massimo di 18 mesi e poi lo stop per un anno e mezzo, dopo del quale si potrà fare nuovamente domanda.
L’obiettivo è spingere coloro che possono lavorare, a trovare un impiego. Ovviamente ora però la norma è solo una bozza, questo è un lavoro in corso d’opera che richiederà diverse settimane quindi ci saranno variazioni, integrazioni e correzioni.
Controlli più rigidi sul RDC
Il testo finale comunque sarà pronto per la fine del mese, in generale la platea degli occupabili è quella dai 18 ai 60 anni mentre quella non occupabile è ritenuta quella dove ci sono categorie deboli. L’assegno sarà in generale pari ad un massimo di 6 mila euro annui e ci sarà anche in questo caso un multiplo di 2.2 quindi fino a 13.200 euro. Senza categorie deboli per si attesterà a 4500 euro annui.
Anche i controlli saranno più rigidi, il sistema sarà particolare con maggiori strette rispetto al passato. Coloro che trovano un lavoro ma non lo accettano subiranno subito una riduzione del 25%, quindi l’obiettivo finale è sicuramente favorire le attività lavorative e soprattutto delineare un percorso chiaro e senza troppi fronzoli per evitare che ci siano problemi e confusione durante i controlli. Inoltre l’accettazione del lavoro sarà riconosciuta compatibile con il beneficio entro un limite di erogazione di 3000 euro annui, questo per evitare che coloro che trovano un impiego rinuncino per portare avanti il beneficio stesso.