Ritrovarsi a dover restituire un bonus di 200 euro. Accade ad una specifica categoria di lavoratori per una precisa ragione legata al loro stipendio annuale. Facciamo chiarezza su questa particolare situazione
I bonus erogati dal Governo hanno rappresentato, tra il 2020 ed il 2022, una forma di sostegno importante per milioni di famiglie e di lavoratori colpiti dalle conseguenze economiche della pandemia di Covid.
I bonus non hanno mai smesso di essere erogati ma sono mutati nella forma: se nel 2020 erano considerati delle indennità, successivamente sono divenute agevolazioni versate in base al reddito. E di recente c’è chi si troverà costretto a dover restituire un bonus di 200 euro appena ricevuto, proprio ‘a causa’ di una variazione reddituale.
Si tratta di una specifica categoria di lavoratori e, complessivamente, 100mila persone, che si trovano in una situazione ‘beffa’ legata al pagamento degli arretrati previsti dal loro contratto. Ma facciamo chiarezza. L’agevolazione da 200 euro una tantum era stata introdotta dal governo Draghi e, a partire dal mese di luglio è stata erogata ad una fitta platea di lavoratori dipendenti.
Bonus 200 euro, che beffa: oltre 100.000 persone devono restituirlo. Il motivo
Ma ora questo bonus dovrà essere restituito in virtù del fatto che una categoria di lavoratori, nella fattispecie gli insegnanti, hanno ricevuto in busta paga gli arretrati previsti dal contratto scaduto (nel mese di dicembre 2022) e questo ha portato il loro stipendio annuo a superare il limite reddituale che nel Decreto Aiuti viene espressamente indicato per avere diritto al bonus. E così, dal mese di febbraio 2023 è scattata la restituzione del bonus a rate per tutti coloro che in precedenza percepivano un reddito annuo di circa 33-34 mila euro e che per effetto dell’incremento previsto dal contratto hanno superato i 35 mila euro lordi previsti dal Decreto entrato in vigore nel mese di maggio 2022.
Chi è andato oltre questa soglia si troverà così a dover rinunciare al bonus una tantum che gli era stato erogato in automatico, attraverso un recupero mensile a rate di 25 euro che proseguirà di mese in mese fino al prelievo dei 200 euro. A farne le spese sono in particolar modo gli insegnanti che si ritrovano in una situazione-beffa che ha portato anche alcune associazioni sindacali ad intervenire per segnalare la situazione.
Come avviene la restituzione del bonus di 200 euro
La Flc Cgil ha effettuato una stima del numero di insegnanti coinvolti, per l’appunto 100 mila circa. Spiegando che non si tratta di persone che guadagnano di più ma che il superamento dello scaglione potrebbe essere avvenuto in conseguenza della ricezione in busta paga di vecchi arretrati del 2022 o dell’aver effettuato alcune attività ‘straordinarie’, eccedenti cioè l’ordinario orario scolastico.
Come avverrà la restituzione? La modalità è simile a quanto già accaduto per altri dipendenti pubblici che si sono ritrovati nella medesima situazione. Ovvero in otto rate da 25 euro l’una, a cominciare dallo stipendio del mese di febbraio 2023 sul quale, le persone coinvolte, noteranno la prima trattenuta. L’ultima la ritroveranno sullo stipendio di settembre 2023.