Il mese di marzo è fondamentale per le famiglie che ricevono l’assegno unico. In arrivo maggiorazioni importanti dell’importo rispetto al passato e non solo.
Il Governo di Giorgia Meloni ha sempre messo in prima linea la famiglia ed i figli. Come sappiamo l’assegno unico rappresenta uno strumento rivolto a quei nuclei familiari che hanno uno o più figli a carico. Da gennaio 2023 il valore dell’assegno è stato maggiorato. Gli importi infatti non sono più quelli di prima.
Dopo l’aumento di febbraio dovuto alla rivalutazione e a nuove maggiorazioni, ecco che a marzo per alcune famiglie potrebbe esserci la riduzione dell’importo percepito. Le ragioni sono due: da una parte la possibilità che dal conguaglio in programma questo mese ne risulti un debito nei confronti dell’Inps che provvederà così a recuperare le somme erogate, dall’altra il ricalcolo del beneficio tenendo conto del nuovo Isee 2023.
A partire da questo mese di marzo saranno erogati gli arretrati e i conguagli relativi alle maggiorazioni introdotte dalla Legge di Bilancio in merito all’assegno unico. Le famiglie che in questi mesi non hanno regolarizzato un Isee recante omissioni o difformità rischiano di perdere il conguaglio. Gli importi dell’assegno unico aumenteranno del 50% per i figli di età inferiore a un anno: la somma più alta passerà da 175 a 262 euro mensili. Lo stesso aumento riguarderà i figli di età compresa tra 1 e 3 anni nei nuclei nei quali ce ne sono almeno tre. In questo caso il ritocco verso l’alto è condizionato da un requisito Isee: non dovrà essere superiore alla soglia dei 40mila euro.
Per ricevere gli aumenti, è necessario aggiornare l’ISEE entro il 28 febbraio se questo ha subito variazioni nell’ultimo periodo. La circolare Inps del 9 febbraio 2022 specifica che la domanda di assegno unico può essere istruita e liquidata anche con Isee difforme o con omissioni, ma l’utente ha comunque l’obbligo di regolarizzarlo entro la fine dell’anno. Chi non l’ha fatto subirà le conseguenze con il conguaglio, con la quota eccedente che sarà recuperata. Una importante novità è che spetta una maggiorazione di 30 euro mensili per ciascun figlio minore nel caso in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro. Nel caso in cui l’ISEE sia superiore a 15mila euro, l’importo si riduce gradualmente fino ad annullarsi in corrispondenza di un ISEE pari a 40mila euro.
Chi nel 2022 aveva visto accolta la iniziale domanda per l’assegno unico e universale non è tenuto a ripresentare l’istanza per il 2023 in quanto il rinnovo sarà fatto d’ufficio dall’Inps. Per coloro che nel corso del 2022 (o sino al 28 febbraio 2023) si erano visti respinta la domanda di erogazione dell’assegno unico e universale, ed anche per coloro che non lo avevano ancora richiesto per la prima volta, rimane necessario presentare l’apposita istanza all’Inps.
L’Inps ha precisato che l’erogazione dell’assegno unico per il 2023 proseguirà in continuità con quello già riconosciuto nel 2022 se la domanda risulta accolta alla data del 28 febbraio 2023. Se invece è bloccata per una delle seguenti causali:
l’erogazione dell’assegno inizierà soltanto quando i controlli si concluderanno con esito positivo per il richiedente e solo a partire dal momento in cui la domanda sarà effettivamente accolta.
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