Esistono fattispecie legali in cui il debitore non è più costretto a pagare i propri debiti. Ecco le leggi, aggiornate al 2023, che mi indicano fino a quando deve essere onorato un debito
Il diritto di credito se non esercitato per un certo periodo di tempo cade in prescrizione, succede per tutti i diritti civili. Ecco cosa dice la legge. Ma c’è una differenza sostanziale se il debito è fra privati o se il creditore è un’azienda o un’istituzione.
La prescrizione di un recupero crediti tra privati entra in vigore dopo dieci anni. Ciò significa che trascorso questo periodo di tempo, il diritto del creditore di pretendere il denaro dal debitore va considerato estinto. La prescrizione del recupero crediti inizia a decorrere dal momento in cui il creditore fa valere il suo diritto al recupero del credito nei confronti del debitore. Da quel momento in poi, trascorsi i suddetti dieci anni, il debito non esiste più. Quindi i debiti non contestati da dieci anni possono non essere più pagati legalmente. Ecco cosa stabilisce la norma ordinaria.
Ovviamente, è bene sapere che per questa norma ci sono comunque delle eccezioni, cioè casi in cui i termini di prescrizione sono più brevi. Agli italiani interesserà di certo conoscere in quanti anni possono decadere i debiti rispetto al alcune tipologie di credito come contributi, tasse e multe.
Debiti: i casi in cui dopo alcuni anni non devono più essere onorati
I contributi INPS e INAIL (successivi però al gennaio 2016) generano debiti validi fino a cinque anni. I debiti per il bollo auto durano tre anni (dall’ultima richiesta di pagamento). Bollette luce, gas, acqua, due anni. Imu, Tari e Tarsu, cinque anni. In generale, poi, si prescrivono sempre in dieci anni i crediti sorti da un contratto o da una obbligazione unilaterale. In cinque anni invece i diritti al risarcimento del danno derivanti da fatti illeciti e le indennità conseguenti alla cessazione del rapporto lavorativo. Anche i debiti con scadenza uguale o inferiore a un anno non vanno più pagati dopo cinque anni.
Lo stesso periodo di tempo (cinque anni) riguarda la durata dei debiti sulle annualità delle rendite perpetue o vitalizie, il capitale nominale dei titoli di Stato e le annualità delle pensioni alimentari. Riguardo alle spese di ristrutturazione, le spese condominiali, le dichiarazioni dei redditi, i canoni per i beni locati, le rate dei mutui si parla sempre di debiti della durata di cinque anni. Infine ci sono i crediti che si prescrivono in tre anni, che sono quelli relativi alle parcelle dei professionisti e al diritto dei notai.