Controlli sempre più stringenti sui conti correnti. Specialmente in caso di bonifici scatta l’allarme. Vediamo cosa è cambiato.
Tutti noi facciamo e riceviamo bonifici. Tuttavia basta un bonifico ritenuto sospetto per farci entrare nell’occhio del ciclone e far scattare controlli sul nostro conto corrente.
Nel 2023 è stata abbassata la soglia dell’importo dei bonifici oltre la quale le banche devono inviare la segnalazione all’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia. In pratica basterà un bonifico ritenuto sospetto perché più alto di una certa soglia e scatterà la segnalazione che, di conseguenza, farà a sua volta scattare i controlli sul nostro conto. Il nuovo limite massimo è stato portato a 5000 euro: da ora in avanti tutte le operazioni finanziarie con importo superiore ai 5.000 euro devono essere comunicate dalle banche e dagli intermediari finanziari alla Uif.
Ma i controlli possono scattare anche per importi minori. E questo riguarda non solo i bonifici ricevuti: anche i bonifici effettuati dal proprio conto corrente saranno soggetti a controlli da parte dell’Agenzia delle entrate nel 2023. Non ogni volta, ovviamente. Ci sono parametri ben precisi che il fisco tiene in considerazione per avviare una serie di controlli su un conto corrente. I cambiamenti riguardano non solo gli importi dei bonifici ma, addirittura, gli orari in cui vengono effettuate le operazioni: la banca è tenuta a prestare massima attenzione, ed eventualmente comunicare, l’orario in cui un correntista effettua un’operazione.
Bonifici nell’occhio del mirino
Perché tutti questi sospetti e controlli intorno ai bonifici? In fondo sono un’operazione comune che tutti eseguiamo regolarmente.
La spiegazione è molto semplice. La maggiore stretta sui bonifici è finalizzata a contrastare evasione e riciclaggio di denaro. Per raggiungere questo obiettivo il Governo di Giorgia Meloni sta mettendo in campo diverse strategie tra cui abbassare il tetto massimo di utilizzo del contante – per mettere un feno, soprattutto, all’evasione fiscale – e abbassare, appunto, la soglia dell’importo dei bonifici oltre la quale le banche devono inviare la segnalazione all’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia. Ciò non comporta l’avvio automatico dei controlli da parte dell’Agenzia delle entrate. E, comunque, i controlli possono partire anche in caso di importi minori se si ritiene che un correntista esegua operazioni sospette.
Negli ultimi mesi le segnalazioni di movimenti ritenuti sospetti sono aumentate in misura notevole. A dirlo è la stessa Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia la quale ha riferito di aver ricevuto oltre 100.000 segnalazioni di operazioni sospette. Le segnalazioni non sono arrivate solo dalle banche ma anche da intermediari finanziari non bancari e dal comparto dei giochi. Il contribuente, comunque, può difendersi in quanto è chiamato a dimostrare di aver sempre agito legalmente e di non aver mai finanziato attività illecite attraverso i bonifici effettuati né di aver ricevuto denaro da organizzazioni malavitose.
Per dimostrarlo dovrà portare documenti e ricevute: non basta la sola dichiarazione verbale per dimostrare la propria onestà. Quantomeno al Fisco e alle banche non basta la parola del correntista circa la propria estraneità ad attività di riciclaggio o evasione.