Notizie non proprio positive per chi è in attesa dello stralcio delle cartelle. Il decreto Milleproroghe ha fatto slittare alcune scadenze.
La scorsa settimana il decreto Milleproroghe è stato convertito in legge. Il Governo di Giorgia Meloni ha ritenuto di dover far slittare alcune scadenze importanti per molti italiani. Vediamo di quali scadenze si tratta e chi avrà ripercussioni.
Nello specifico, il Governo Meloni ha fatto slittare la scadenza per lo stralcio delle cartelle al di sotto dei mille euro risalenti a prima del 2015. Il condono resta automatico, ma sarà effettuato il 30 aprile 2023 invece del 31 marzo. In pratica la trasformazione in legge del decreto Milleproroghe, ha fatto sì che si siano dilatati i termini per lo stralcio delle cartelle fiscali. Tuttavia, come anticipato, il ritardo nello stralcio riguarda solo le cartelle al di sotto dei mille euro. Una notizia che davvero non fa gioire chi, per un mese in più, continuerà ad avere un debito nei confronti dello Stato o dell’Inps. Questi debiti pari o inferiori mille euro, infatti, resteranno validi fino al 30 aprile 2023.
Nei mille euro sono compresi non solo il debito in sé, ma anche gli interessi per il ritardo nell’iscrizione a ruolo e tutte le sanzioni già accumulate. Tutte queste cartelle esattoriali saranno annullate automaticamente, senza alcuna necessità di fare richiesta da parte dei contribuenti. Può sembrare un regalo a chi, negli anni, non ha pagato quanto dovuto ma il nuovo premier Giorgia Meloni ha più volte spiegato che stralciare queste cartelle è certamente più conveniente per lo Stato, sotto il profilo economico, che tentare di riscuoterle.
Lo slittamento per lo stralcio delle cartelle al di sotto dei mille euro – per i debiti contratti entro il 2015 – ha ripercussioni anche in altri ambiti. Ad esempio si sposta anche la sospensione della riscossione delle pendenze condonabili.
Con il rinvio del condono dei debiti sotto i mille euro, le somme che potrebbero rientrare nel condono non potranno essere riscosse fino al 30 aprile, mentre prima anche questa scadenza era fissata al 31 marzo. Ricordiamo che questi debiti non solo saranno cancellati, ma non possono essere richiesti dall’Agenzia delle entrate. Invece i pagamenti già effettuati dai contribuenti, sui debiti che sono compresi in questa rottamazione, resteranno al Fisco senza possibilità di avere un rimborso, sempre fino al 30 aprile.
Lo stralcio delle cartelle riguarda lo Stato e gli enti previdenziali pubblici tra cui l’Inps. Per quanto riguarda gli enti locali, come ad esempio i Comuni che hanno competenza sulle multe della Polizia municipale, ma anche le Casse professionali, queste possono decidere autonomamente cosa fare e possono, dunque, decidere di non applicare lo stralcio parziale dei debiti. Se un ente locale decide di non procedere con lo stralcio deve semplicemente pubblicare una delibera entro il 31 marzo nella quale deve comunicare la volontà di non attuare il condono dei debiti.
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