La sentenza delle Corte di Cassazione che toglie il sussidio alle persone invalide. Ecco cosa è successo e quali saranno le conseguenze.
La Corte ha deciso che la pensione di invalidità non potrà essere più percepite per sempre. Si alza un nuovo paletto intorno alle persone più fragili del nostro paese, che potrebbero vedersi togliere il sostegno di cui hanno bisogno.
La pensione di invalidità è una misura estremamente importante per il nostro Stato e la nostra comunità. Si tratta della pensione statale riconosciuta a quelle persone che non hanno la possibilità di provvedere a se stesse con un’attività lavorativa, per motivi medici. La pensione di invalidità viene percepita da quelle persone che hanno delle patologie fisiche o psicologiche tali per cui sono completamente impossibilitate a compiere alcuna attività lavorativa. Si tratta di casi estremi, ma che dimostrano l’attenzione dello Stato italiano verso i più bisognosi.
Questo atteggiamento è stato in un certo senso capovolto dalla sentenza della Corte di Cassazione, che ha deciso di imporre un limite anagrafico oltre il quale non è più possibile percepire la pensione di invalidità. Tale limite, per come è stato messo esposto, potrebbe significare la fine per molti percettori della pensione di invalidità, che si troverebbero per anni senza una singola fonte di reddito. La sentenza arriva al termine di una lotta giudiziaria tra una signora titolare della pensione di invalidità dal 2015 e l’INSP. Al termine di un botta risposta tra le due parti in vari tribunali, la Corte di Cassazione ha dato ragione all’INPS, togliendo alla signora il diritto a percepire la pensione di invalidità.
Il processo e la sentenza della Corte, ecco cosa è successo
La storia parte proprio nel 2015, in cui si stava cercando di capire se la signora che aveva fatto richiesta per la pensione di invalidità avesse o meno la possibilità di percepirla. La Corte d’Assise aveva respinto l’accertamento della signora, che era tuttavia stato accolto dalla Corte d’Appello, mettendo come decorrenza della pensione di invalidità il mese di gennaio 2015. A questo punto l’INPS ha impugnato la decisione d’appello, facendo ricorso.
L’INPS si è appellato all’articolo 8 del decreto legislativo numero 509/1988, che stabilisce che la pensione di invalidità può essere riconosciuta soltanto a persone tra i 18 e 65 anni. Avendo la signora in questione già 65 nel 2015, secondo questo articolo non avrebbe dovuto aver diritto alla pensione di invalidità.
La decisione della Corte di Cassazione, shock per gli invalidi
In realtà la pensione di invalidità è, in gran parte dei casi, impossibile da perdere. Per molti dei percettori questa può essere percepita per tutta la vita. Nei casi in cui la pensione può essere tolta, questo può avvenire non soltanto per il superamento dei 65 anni di età, ma anche per altri motivi.
In tal caso molto dipende dalla tipologia di invalidità percepita. Nel caso di invalidi, ciechi civili e sordomuti, il limite reddituale è di 17.920 euro, nel caso di invalidi parziali o minori il limite reddituale è di 5.391,88 euro.